I lavoratori hanno molti diritti, ma lo stesso si può dire dei datori di lavoro: ci sono almeno 10 buoni motivi per licenziare una persona.
Fortunatamente, di decennio in decennio, i lavoratori hanno acquisito sempre più diritti, così da poter avere delle condizioni lavorative adeguate e soprattutto una vita dignitosa; nonostante questo, però, oltre a dei giusti diritti da rivendicare, ci sono dei doveri a cui adempiere.
Molte persone, sentendosi sicure del proprio contratto, spesso non si comportano in maniera adeguata e trascurano proprio i loro doveri, andando però per forza di cose incontro a lettere di richiamo e non solo; così come i lavoratori, anche il datore di lavoro ha dei diritti su cui poter contare.
Non tutto porta al licenziamento immediato, ma ci sono dieci motivi che, qualora sussistessero, farebbero rientrare il licenziamento nella giusta causa, ben diverso da quello per motivazioni soggettive. Ecco quali sono, essere dei buoni dipendenti non è soltanto un valore morale, ma anche un comportamento che evita spiacevoli situazioni.
Rappresentando una delle forme più severe di risoluzione del rapporto lavorativo, il licenziamento per giusta causa necessita ovviamente di determinate motivazioni per essere attuato, ma qualora sussistessero non prevede né preavviso né motivato da altre giustificazioni.
Come regola l’art. 2119 del Codice civile, il licenziamento per giusta causa avviene a seguito di un inadempimento del lavoratore così grave da compromettere in maniera irreparabile il suo rapporto di fiducia con il datore di lavoro; questo può succedere nel caso il lavoratore sia colpevole di furto o appropriazione indebita, uso inappropriato o danneggiamento delle risorse aziendali oppure per assenteismo ingiustificato o per un uso scorretto dei permessi ex legge n. 104/92.
Nella lista dei comportamenti che potrebbero tranquillamente rientrare nelle motivazioni del licenziamento per giusta causa un comportamento violento o aggressivo, la falsificazione di documenti, la violazione della riservatezza e l’insubordinazione grave al proprio datore di lavoro. A chiudere la lista condotta immorale o scorretta e concorrenza sleale. Il lavoratore che creda di aver subito un licenziamento per giusta causa illegittimo può fare ricorso entro i 60 giorni a partire da quando ha ricevuto la richiesta: qualora il giudice gli dia ragione, ottiene il diritto ad un risarcimento economico basato sulla sua anzianità di servizio.
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