Una domanda scomoda, ma non difficile, sull’antifascismo ha scatenato le polemiche prima ancora dell’inizio del Festival
Oggi in Italia si entra ufficialmente in una delle settimane più importanti dell’anno, quella del Festival di Sanremo. Questa sera intorno alle 20.40 gran parte del Paese accenderà il televisore e si metterà incollato ad ascoltare i brani che i 29 cantanti in gara proporranno, prima di esprimere sui social network il proprio pensiero sulle canzoni e sulle esibizioni.
Un appuntamento importantissimo come ogni anno, che proverà a portare leggerezza, ma che sicuramente sarà anche argomento di discussione per le varie vicissitudini che si alterneranno sul palco dell’Ariston. Dopo anni di Amadeus, spesso supportato da Fiorello, oggi la palla passa a Carlo Conti che proverà a non farne sentire la mancanza.
Già nella giornata di ieri, a dire il vero, la sua conferenza stampa di presentazione del Festival ha scatenato le prime polemiche. A far discutere non sono state tanto le risposte che Conti ha dato, spesso in realtà equilibrato, preciso, ma anche sicuro di sé e di quello che vorrà proporre in queste serate.
Più che altro a dividere è stata la domanda di un giornalista, presentatosi come Giuseppe Candela di Dagospia. Quest’ultimo si è contraddistinto esprimendo con sole quattro parole un dubbio che lo stesso Carlo Conti ha definito, ormai da qualche anno, anacronistico.
Siamo nel bel mezzo della conferenza stampa quando il giornalista alza la mano per porre la sua domanda. Impugnato il microfono spezza il ritmo della conferenza stampa e cambia totalmente argomento chiedendo a Conti: “Scusi, ma lei è antifascista”. Dopo qualche istante di imbarazzante silenzio è arrivata la risposta.
“Certo, che problema c’è. Siamo nel 2025. Mi preoccupano più l’intelligenza artificiale, i satelliti, queste cose qui. Non dovremmo dimenticare piuttosto cosa hanno fatto i nostri genitori e i nostri nonni perdendo la vita per noi. Personalmente la trovo un po’ anacronistica come domanda”.
Una risposta intelligente da parte di Carlo Conti, che però ha trovato subito la replica del giornalista che, con un chiaro riferimento alla classe politica al governo, ha detto: “In questi tempi non lo è“. Un tentativo forse di portare polemiche sperando in una risposta meno netta di Carlo Conti? Forse sì, non sarà mai chiaro.
Quel che resterà sempre in dubbio è la motivazione alla base di questa domanda. Per quale ragione Conti dovrebbe essere fascista? Per qualche ragione alla vigilia del Festival il fascismo e Mussolini sono ancora temi centrali? Temi che non solo si rivelano certamente anacronistici, ma anche (probabilmente) fuori luogo.
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