Un attacco sferrato nella notte per colpire Israele, ma quali sono i missili usati dall’Iran? Cos’hanno di diverso rispetto ad aprile?
Nella notte l’Iran ha sferrato un attacco missilistico contro Tel Aviv. In tutto il Paese sono risuonate le sirene d’allarme, i cittadini israeliani si sono rifugiati nei bunker, mentre i Pasradan chiedevano vendetta per Nasrallah, morto il 27 settembre in seguito a un bombardamento a Beirut, in Libano. Come quello di aprile, però, anche questo si sarebbe concluso con un nulla di fatto. I missili diretti verso Israele sono stati quasi tutti abbattuti con Netanyahu che promette vendetta dopo l’attacco subito. Una situazione delicata che si fa sempre più ostile e difficile, con il timore che presto le parole si trasformino in fatti.
Questa è la situazione degli ultimi giorni sulla striscia di Gaza, in una guerra che ha allargato ben oltre i propri confini. Per analizzare, soprattutto da un punto di vista tecnico, l’attacco dell’Iran contro Israele è intervenuto ai microfoni di Adkronos, Federico Borsari, resident fellow del Center for European Policy Analisys (Cepa), esperto di difesa e sicurezza: “Rispetto a quello di aprile, abbiamo assistito a un attacco meno diversificato. Teheran ha scelto di impiegare solo missili balistici, ma di capacità maggiore, mentre qualche mese fa ha schierato anche droni e missili da crociera”.
Quali missili sono stati utilizzati?
Borsari fornisce maggiori dettagli in merito al tipo di missili utilizzati: “Tra i più moderni del suo arsenale – spiega Borsari. Il Fattah 1, svelato poco più di un anno fa, un missile balistico a medio raggio (1400 km circa) che l’Iran definisce ipersonico, ma più precisamente ha una prima fase di lancio a velocità ipersonica, poi la testata si stacca dal booster e viene spinta da un secondo motore più piccolo che permette di manovrarla nella fase terminale” – spiega Borsari – “È più complicato da abbattere per i sistemi di difesa aerea. Dei missili balistici tradizionali si può calcolare la traiettoria dopo il lancio, questi invece possono essere ‘corretti’ in volo”.
Ma non solo. Borsari rivela che, osservando le immagini di alcuni componenti abbattuti, erano presenti anche altre tipologie: “Avrebbero usato anche il Kheibar Shekan, anche questo un missile balistico a medio raggio ma con testata non manovrabile. E poi l’Emad, che ha 1800 km di portata. I primi due hanno testate intorno ai 500 kg, l’Emad arriva a 750 kg, quindi parliamo di armi che possono essere molto pericolose e fare pesanti danni all’obiettivo”. La difesa si Israele, però, ha funzionato, seppur non alla perfezione: “L’impatto è stato limitato, le difese aeree hanno funzionato e anche gli Stati Uniti con i loro assetti navali nel Mar Rosso e nel Mediterraneo hanno dato una mano. Ma dai video che circolano, pare che decine di missili abbiano impattato sul terreno, e ciò vuol dire che l’Iran è riuscito a ‘saturare’ le capacità di difesa israeliane”: