L’Italia ricorda l’anniversario del rapimento del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro: a 46 anni dalla sua uccisione
Oggi, 16 marzo 2024, ricorre l’anniversario di una delle pagine più drammatiche del nostro Paese: ovvero quella relativa al rapimento di Aldo Moro. Era la mattina del 16 marzo 1978 quando il presidente della Democrazia Cristiana venne rapito da un commando delle Brigate Rosse. Il tutto avvenne in via Fani quando, alle 9 del mattino, sequestrarono Moro ed uccisero cinque agenti della scorta. Si trattava di: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Riviera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino.
Un rapimento che durò meno di due mesi, precisamente 55 giorni. Poi il corpo dello statista venne fatto ritrovare all’interno del bagagliaio di un’auto in via Caetani. Aldo Moro venne ucciso a 61 anni. Nel giorno del rapimento Moro si stava recando in Parlamento. Proprio in quella giornata doveva essere presentato il nuovo governo dell’allora presidente del Consiglio, Giulio Andreotti.
Come annunciato in precedenza l’auto dove si trovava Aldo Moro venne presa di mira da un nucleo armato delle Brigate Rosse. Il tutto avvenne in pochissimi secondi a pochi passi dall’abitazione dell’onorevole. I brigatisti uccisero a freddo (utilizzando armi automatiche), a bordo dell’auto, i due carabinieri (Leonardi e Ricci). Sull’auto di scorta, invece, vennero trivellati di colpi Iozzino, Rivera e Zizzi. Aldo Moro non rimase ferito ma venne sequestrato dal nucleo armato.
Poco prima delle ore 10 del mattino una delegazione del Partito Democratico, dopo aver appreso la drammatica notizia, si recherà in via Fani per deporre una corona di fiori. Erano presenti: Cecilia D’Elia, Paolo Ciani, Andrea Casu, Roberto Morassut, Filippo Sensi e Francesco Verducci. Una vicenda, quella del rapimento e della morte di Moro, ancora avvolta nell’ombra. Il tutto nonostante siano stati celebrati ben tre processi.
Di questo caso se ne sono occupati varie Commissioni parlamentari d’ inchiesta con innumerevoli accuse (depistaggi, cospirazioni e morte sospette). Nel 2023 la figlia di Moro, Maria Fida (venuta a mancare lo scorso 7 febbraio) si rivolse al mondo della politica in una lettera scritta al quotidiano “La Nazione”. In quella occasione denunciò il fatto che al padre non era stato “ancora riconosciuto lo status” di “vittima del terrorismo”.
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