E’ stata una figura di spicco della politica italiana e della Lega, ma ora dovrà difendersi da situazioni pericolose e dannose
L’accusa è di quelle toste, di quelle che non passano inosservate anzi si sta creando parecchio rumore attorno ad una figura e un personaggio che negli ultimi anni è fin troppo chiacchierato.
Ma se cala all’improvviso l’ombra della mafia su un personaggio di spicco della politica italiana che qualche anno fa ha ricoperto una delle cariche più alte dello Stato, allora la preoccupazione è parecchia. Già perché la denuncia che si sta facendo largo nei confronti dell’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, è incredibile e allo stesso tempo grave.
Ma l’informativa della Dia sembra essere piuttosto circostanziata e precisa ai danni dell’ex figura di spicco della Lega, anche perché sembra, a quanto si apprende dal giornale Il Fatto Quotidiano, che abbia favorito gli interessi dei clan della camorra in diversi settori, tra cui quello petrolifero.
Il suo nome sarebbe comparso diverse volte, riporta il Fatto, da una informativa della Dia collegata ad alcuni atti d’indagine che sta portando avanti la Procura di Roma, tanto che sarebbero stati arrestati Antonio Nicoletti, figlio di Enrico, considerato lo storico cassiere della banda della Magliana, ma anche Vincenzo Senese, figlio del boss Michele, conosciuto da tutti come “o pazz”.
“Ci sarebbe un passaggio di soldi…”
A far saltare sulla sedia i magistrati, la Pivetti che avrebbe avuto addirittura un ruolo nel sistema criminale e mafioso che ci sarebbe da tempo nella Capitale. Ad avere relazioni e incontri con con l‘ex presidente della Camera, almeno da quello che risulta nelle indagini della Procura di Roma, sono personaggi conosciuti nel mondo criminale come Salvatore Pezzella e Giuseppe Vitaglione, con quest’ultimo che pare sia legato a Senese jr.
Le forze dell’ordine, si legge negli atti, sostengono che “Vincenzo Senese e Roberto Marcori autorizzano Vitaglione ad acquisire una società (…) nel settore degli idrocarburi (…). Le indagini hanno dimostrato che Vitaglione (…) è stato favorito dal contributo di Irene Pivetti, ex presidente della Camera“.
Si tratterebbe di riciclaggio all’interno del settore degli idrocarburi, dei quali si occupa Pezzella che insieme ad altri personaggi del clan come Corrado Petito e Roberto Navaro “in concorso con Pivetti e con la compiacenza di funzionari pubblici corrotti (…) concorrevano a creare le condizioni per favorire le operazioni di riciclaggio, attraverso la produzione di modelli F24 ideologicamente falsi che attestavano il pagamento di accise e Iva dovuti per l’acquisto carburante“.