La decisione presa per acclamazione nella riunione dei Paesi membri del Comitato per il Patrimonio immateriale dell’Unesco sceglie tra le candidature proposte
Lo straordinario riconoscimento ottenuto oggi è il risultato di un lungo e tortuoso percorso avviato nel 2011, quando i cantanti lirici solisti si costituirono in un’associazione denominata Cantori professionisti d’Italia, col fine di riunire la categoria e permettere un confronto professionale su un ampio ventaglio di problematiche, a partire dalla difesa e la diffusione del valore della musica, e più specificamente del teatro d’opera, quale eccellenza e patrimonio della cultura della Repubblica Italiana.
Proprio alla vigilia dell’inaugurazione della Scala, che come da tradizione avviene nel giorno di Sant’Ambrogio, patrono di Milano, con il Don Carlo di Verdi, il Comitato per il Patrimonio immateriale dell’Unesco ha proclamato la pratica del canto lirico italiano a elemento del patrimonio immateriale dell’umanità.
E’ stata la stessa agenzia Onu sul proprio account X, riferendo dei lavori in corso in Botswana della 18esima sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ad annunciarlo, la pratica del canto lirico in Italia è stata iscritta nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco. Una proclamazione avvenuta per acclamazione a testimonianza dell’unanimità di giudizio da parte dell’intero comitato che va a riconoscere gli indiscussi meriti di una tradizione e di una scuola, quella del canto lirico italiano, presa come esempio in tutto il mondo. Ci sono voluti 400 anni, ma oggi il canto lirico italiano ha finalmente avuto la sua incoronazione ufficiale ed entrerà a far parte dell’elenco delle realtà culturali costitutive dell’identità di un popolo finora riconosciute (667 elementi di 140 Paesi, 16 in Italia tra cui il Teatro dei Pupi, i Tenores sardi, la liuteria di Cremona).
Dopo la nomination finalmente il riconoscimento tanto atteso, che arriva al termine di un lungo iter di speranza e perseveranza, che ha visto coinvolti, sotto l’egida del ministero dei Beni Culturali, le principali realtà liriche italiane, i teatri, l’Assolirica, la Fondazione Rossini di Pesaro, l’Istituto di Studi Verdiani, il Centro Studi Pucciniani, la Fondazione Cini, l’Archivio Ricordi. “Dopo la bocciatura del primo dossier, presentato nel 2014″, afferma il baritono Roberto Abbondanza, presidente di Assolirica, “abbiamo capito che bisognava allargare la Comunità dei proponenti anche a quei soggetti istituzionali che producono lo spettacolo operistico e in generale la musica in Italia”. Anche il ministro Gennaro Sangiuliano ha espresso il suo compiacimento per il riconoscimento arrivato. “Si tratta di una consacrazione ufficiale di quello che già sapevamo. Il Canto lirico è un’eccellenza mondiale, tra quelle che meglio ci rappresentano in tutto il pianeta. È una proiezione dell’immaginario italiano per il quale stiamo lavorando su più fronti”.
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