Mafia Capitale: la decisione di Carminati ha sorpreso tutti

Importante svolta nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale quella arrivata dopo la clamorosa decisione presa da uno degli indiziati del processo

Massimo Carminati era stato arrestato nel dicembre 2014, nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale” conosciuta anche come “Mondo di mezzo”. Era accusato di essere uno dei leader del gruppo che gestiva il traffico di appalti pubblici, soprattutto nel settore dei rifiuti, e altri servizi legati al Comune di Roma.  L’inchiesta aveva portato alla luce un sistema di corruzione che coinvolgeva diversi settori della vita amministrativa e politica della capitale, rivelando le infiltrazioni della criminalità nelle istituzioni.

Carabinieri a Roma
carminati decisione Mafia Capitale

Al centro dell’operazione c’è Massimo Carminati, un ex terrorista dei Nar con legami storici nella criminalità romana. Insieme a lui Salvatore Buzzi, presidente di una cooperativa sociale che si definisce il ‘re delle cooperative’. Secondo la procura, Carminati e Buzzi gestiscono un sistema criminale basato sulla corruzione e sull’intimidazione.

Un sistema “Capitale”

Dicembre 2014, le luminarie di Natale cominciano già ad accendersi nelle vie e nelle vetrine dei negozi di Roma, quando una notizia scuote la Capitale. Una vasta operazione delle forze dell’ordine porta alla luce una rete criminale che si è infiltrata nell’amministrazione pubblica e tra gli imprenditori romani, un vaso di pandora che scoperchiato fa tremare molti ambienti, arrivando fino alle stanze dei bottoni. “Mafia Capitale”, questo l’appellativo dato a un modus operandi che imperava a Roma da tanti, troppi anni.

Carminati
Un sistema “Capitale”

Ma sei anni dopo, nel 2020, i giudici della Corte di Cassazione escludono il reato di associazione mafiosa, non c’è mai stata alcuna “cupola mafiosa” nella Capitale, ma ci sono invece differenti associazioni per delinquere. Amministratori pubblici, imprenditori, esponenti politici locali, faccendieri, personaggi della malavita locale, in tanti finiscono nell’inchiesta che mostra il lato oscuro di una città che in molti sospettavano dell’esistenza, ma nessuno osava raccontare o provare a dimostrare.

La figura dell’ex Nar coinvolto nell’inchiesta

Il suo fu l’arresto più eclatante e spettacolare. Quella Smart bloccata avanti e dietro da due auto delle forze dell’ordine su quella stradina di campagna. Un arresto simbolo di tutta l’inchiesta, di tutta l’operazione. Massimo Carminati, soprannominato “il Cecato”, fu arrestato proprio nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale“. Era accusato di essere uno dei leader del gruppo che gestiva il traffico di appalti pubblici, soprattutto nel settore dei rifiuti, e altri servizi legati al Comune di Roma. Dopo vari processo per lui si aprono le porte del carcere per scontare in via definitiva una condanna a dieci anni.

Smart bloccata
La figura dell’ex Nar coinvolto nell’inchiesta

Ma dopo più di metà condanna scontata in prigione, l’ex terrorista era stato affidato ai servizi sociali, misura però poi sospesa per il ricorso in Cassazione avanzato dalla Procura Generale della Capitale. Oggi Carminati si è costituito presentandosi spontaneamente nel carcere di Rebibbia, per scontare il resto della pena, anche se i suoi avvocati hanno annunciato che presenteranno ricorso.

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