Mafia, la polizia diffonde un nuovo identikit riguardante il latitante Giovanni Motisi [FOTO]
Negli ultimi minuti la polizia di Stato ha diffuso un nuovo identikit che vede come protagonista uno degli ultimi grandi latitanti appartenenti a “Cosa Nostra“. Si tratta di Giovanni Motisi. Da quasi 30 anni non si sono mai fermate le ricerche nel ritrovare il pericoloso killer siciliano. Con l’importante collaborazione da parte della polizia scientifica sono state “rivisitate” e “modificate” le ultime immagini dello stesso Motisi prima che facesse perdere completamente le sue tracce.
Alcuni dei suoi scatti sono stati “attualizzati”, segno del fatto di come sarebbe attualmente adesso l’uomo. Immagini che risalgono al periodo degli anni ’80 e ’90. Il tutto è stato realizzato con una nuova tecnica che sta prendendo sempre più forma. Stiamo parlando dell’Age Progression. Di Motisi non si hanno più notizie da poco prima della fine del 2000, precisamente dal ’98 quando venne ufficialmente inserito nella lista dei latitanti più pericolosi di sempre. Lo stesso che fa parte del “programma speciale di ricerca” del ministero dell’interno.
Chi è Giovanni Motisi? Un uomo che è stato condannato all’ergastolo ed è ritenuto responsabile di reati di associazione per delinquere di vari stampi: mafioso, omicidio, strage, porto e detenzione abusiva di armi da guerra, incendio doloso ed estorsione. Di professione pasticcere, ma nella famiglia di “Cosa Nostra” era considerato un killer pericoloso ed allo stesso tempo spietato. Nel corso della sua vita è stato condannato per diversi omicidi.
In primis quello che si verificò a Palermo nell’agosto dell’85 quando vennero uccisi il vice questore aggiunto Antonino Cassarà e dell’agente di scorta Roberto Antiochia. Oltre ad aver fatto parte di uno dei potenti mandamenti mafiosi più importanti come il “Pagliarelli”, ha stretto nel corso degli anni un importante rapporto con esponenti mafiosi siciliani.
Cos’è l’Age Progression? Non è altro che una tecnica che punta all’invecchiamento fisionomico progressivo. Si parte dallo studio e dall’attualizzazione di alcuni specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia del ricercato. In questo modo gli agenti della polizia sono riusciti a ricostruire il “nuovo volto” di Motisi. Come annunciato in precedenza le ricerche per la sua cattura non si sono mai fermate. La Squadra Mobile di Palermo ha a disposizione il nuovo identikit diffondendolo in rete.
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