“Lacrime e sangue” o “seria ed equilibrata”? Come sarà la prossima Manovra, la terza dell’era Meloni? Opposizioni già all’attacco e premier cauta, soprattutto sulle dichiarazioni alla stampa sul tema
“È stata ribadita l’unità della coalizione e sono determinati a continuare il lavoro avviato per tutta la legislatura, portando a compimento le riforme messe in cantiere e attuando il programma votato dai cittadini.
Anche per questo la prossima legge di bilancio, come le precedenti, sarà seria ed equilibrata, e confermerà alcune priorità come la riduzione delle tasse, il sostegno a giovani, famiglie e natalità, e interventi per le imprese che assumono”. Questa è soltanto una parte della nota congiunta emessa da Palazzo Chigi al termine della riunione di maggioranza alla quale ieri mattina hanno partecipato Meloni- Tajani-Salvini e Lupi.
Lasciamo da parte in questo articolo il giallo della versione della stessa nota inviata in prima istanza dalla Lega e poi cancellata. Si è trattato di “un semplice errore e nella maggioranza non c’è alcun caso”. Si è affrettato a precisare l’ufficio stampa della Lega stessa. Ma appunto, questo è un altro” caso”. Tornando al tema Manovra, la prossima da varare e sulla quale già piovono le critiche dei partiti di opposizione.
Il vertice di maggioranza avrebbe dunque fissato i paletti politici entro i quali si muoverà la prossima Legge Finanziaria, che quest’anno dovrà sottostare in modo ancora più stretto ai vincoli dettati dalle nuove regole del Patto di stabilità Ue. La prima tappa di avvicinamento sarà il 20 settembre, quando l’Italia dovrà presentare a Bruxelles il suo Piano strutturale di bilancio di medio termine, dove dovranno essere presenti riforme e investimenti per rientrare dal deficit eccessivo entro 7 anni. Nella nota, famosa o famigerata sopra citata, non viene fatta menzione del delicato tema pensioni sul quale i partiti della maggioranza restano divisi, tra Quota 41, voluta dalla Lega, e l’innalzamento delle minime a cui punta da Forza Italia. La terza Legge di Bilancio del governo Meloni è attesa in Parlamento tra poco meno di due mesi, nel frattempo toccherà al Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti segnare la nuova via, in parte illustrata anche ieri in Cdm. Il nuovo documento, che di fatto sostituirà la Nadef, sarà il nuovo aggregato di riferimento per la valutazione di Bruxelles.
Come ribadito dal comunicato, questa maggioranza condivide il principio alla base della Manovra: seria ed equilibrata appunto, ma per Angelo Bonelli deputato di AVS, le cose stanno in maniera diametralmente opposta “La presidente del consiglio Meloni convoca un vertice di maggioranza e il Consiglio dei Ministri per annunciare una manovra che taglia le risorse sociali ai più deboli, facendo cassa sulle pensioni. Ancora una volta non tassando gli extraprofitti a partire dalle società bancarie. – Così Bonelli ha dichiarato oggi in una nota diffusa alla stampa- “Intanto nulla sulla crisi climatica che sta mettendo in ginocchio l’economia di intere regioni con danni ingenti con le alluvioni e la siccità. Da questo governo solo bugie”. Tornando alla visione e alle possibilità dell’esecutivo, primo step: sciogliere il nodo delle risorse. Perché gli spazi sono pochi e non si può fare tutto e Giorgetti attende 2 miliardi di risparmi della spending review. Dopo ottobre invece si capirà l’esito dell’adesione al concordato biennale delle partite Iva.
“La Manovra è ancora da scrivere”. Ha tenuto a precisare sempre ieri durante il consiglio dei Ministri il premier che comunque continua ad assicurare “tutte le risorse disponibili” dovranno “essere concentrate”, ma come più volte ha affermato Meloni, “La stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita e non tornerà fin quando ci saremo noi al governo”. E nel frattempo il capo dell’esecutivo ha chiesto ai “suoi” di commentare con cautela tutte le indiscrezioni riferite al tema, e pubblicate dalla stampa. Un esempio su tutti: 24 ore prima della riunione di maggioranza il quotidiano Repubblica fa scoppiare la bomba assegno unico, bomba mediatica non solo ridimensionata ma addirittura smentita dalla stessa Meloni al termine di un lunga giornata, condita tra attacchi alla maggioranza e note a difesa della stessa.
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