Muore a 7 anni in ospedale dopo due giorni di febbre alta, shock a Messina. La bambina non aveva altre patologie: cosa succederà ora
Una tragedia che ha sconvolto tutta la città di Messina ma non solo, quella che ha strappato la vita ad una bambina di soli 7 anni. La piccola ha perso la vita questa notte nel reparto di terapia intensiva pediatrica del Policlinico della città, dopo che vi era arrivata tra sabato e domenica con una febbre altissima. I sanitari hanno provato di tutto per salvarla, ma ogni tentativo si è rivelato inutile.
L’unico sintomo che la bambina presentava era quello della febbre, che da diversi giorni era molto alta e non accennava a scendere. I genitori, allarmati da questa situazione, hanno quindi prima chiamato il pediatra di famiglia e poi si sono rivolti al pronto soccorso. La vicenda, però, si è conclusa nel peggiore dei modi: cosa si suppone sia successo.
L’ipotesi di un’infezione
Quando la piccola di 7 anni è arrivata al pronto soccorso del Policlinico di Messina, nella notte tra sabato e domenica, versava in serie condizioni con febbre alta e disidratazione. I sanitari, quindi, hanno svolto subito degli esami di accertamento, durante i quali hanno scorto i segnali di un’infezione seria e diffusa. La piccola è stata immediatamente trasferita in terapia intensiva pediatrica, dove qui è stata sottoposta a delle cure specifiche: nonostante ogni tentativo, però, alle 4:15 della notte tra domenica e lunedì il suo cuore ha smesso di battere.
Al momento, sulla famiglia si sanno poche cose: l’unica notizia accertata è che la bambina frequentava la primaria della Mazzini-Gallo e che proprio qui ha sperimentato i suoi primi malori, venerdì scorso. L’ospedale, comunque, ha avviato delle indagini interne per capire esattamente cosa sia successo e se su questo precipitarsi degli eventi sia stato casuale ed inevitabile o ci sia qualche responsabilità. Secondo una prima valutazione, comunque, a causare la prematura morte della bambina potrebbe essere stato uno shock settico determinato da una patologia di origine infettiva. L’effettiva apertura di un’indagine dei Carabinieri, però, deve passare da una decisione della famiglia, che dovrebbero presentare denuncia contro ignoti.