Scomparso la sera di Halloween dopo aver fatto serata con gli amici, Gino Panaiia è stato trovato senza vita nel Naviglio Grande. Tutte le ipotesi
Era scomparso la sera di Halloween dopo aver fatto festa con gli amici e la fidanzata in un locale di Zibido San Giacomo in provincia di Milano. Aveva bevuto e, nonostante alcuni amici si fossero offerti di accompagnarlo a casa, Gino Panaiia è salito in sella alla sua moto e si è avviato. A casa, però, non ci è mai arrivato e, dalla denuncia di scomparsa, nelle scorse ore è stato trovato senza vita nel Naviglio Grande.
Secondo le prime dichiarazioni rilasciate dagli amici che con lui hanno trascorso la serata di Halloween, Gino Panaiia era sotto l’effetto dell’alcol tanto che, durante un primo tentativo di tornare a casa in sella alla sua moto, è caduto per terra. Ripreso il controllo del mezzo, però, è ripartito, questa volta prendendo una strada secondaria non asfaltata che porta a Cascina Casiglio. Da qui non l’ha visto più nessuno, fino al ritrovamento del suo corpo: l’indagine è aperta.
Dopo averlo visto andare via da solo, gli amici si sono preoccupati per le sue condizioni. Come hanno dichiarato anche a Federica Sciarelli nel corso di Chi l’ha visto?, al quale si sono rivolti prima del drammatico ritrovamento del suo corpo, Gino non era nuovo a queste serate alcoliche ed era capitato già altre volte che fosse ritornato a casa in autonomia, nonostante la scarsa lucidità. La fidanzata, però, all’1:33 della notte di Halloween l’ha chiamato al cellulare e lui ha risposto, dicendole che stava andando a Vigevano. Alle 2:22, però, il suo smartphone sparisce dai radar.
Tutto ha taciuto fino al drammatico ritrovamento del suo corpo, rinvenuto dai Vigili del Fuoco in un tratto del Naviglio tra Rognano (Pavia) e Casarile (Milano). Da una prima analisi, la salma non presenta segni evidenti di violenza ma sarà solo l’autopsia a rivelare l’esatta causa della morte.
Qualcosa, però, non torna agli agenti. Innanzitutto, nei pressi dell’area in cui si sono perse le tracce del giovane i Carabinieri hanno trovato 20 chili di eroina in un borsone: la prima ipotesi, quindi, è che quel quantitativo di stupefacente sia collegato alla scomparsa e alla morte di Gino. Il 25enne è nipote di Igino Panaiia, volto e nome noto nell’ambito della malavita milanese. Al momento, però, questa è solo un’ipotesi poiché non è stato confermato alcun collegamento tra i 20 kg di eroina e la morte di Gino.
Altro punto che desta qualche dubbio è quello del ritrovamento dei vari oggetti di Gino, che sono stati rinvenuti disseminati nell’area. Dal motorino, ritrovato con il frontalino quasi divelto, il casco era distante 20 metri e la giacca, con una scarpa, sono state rinvenute invece a 500 metri di distanza. Rinvenuto anche il portafoglio, ma mai il cellulare.
Al momento non si esclude alcuna pista, sebbene secondo chi indaga sono poco credibili le ipotesi del suicidio e dell’allontanamento volontario. Anche la strada dell’omicidio presenta qualche dubbio, poiché ad oggi non ci sono elementi che riconducono ad una morte violenta. L’ipotesi che quindi prende sempre più piede è quella dell’incidente, sebbene tutto dovrà essere poi comprovato dall’autopsia e dalle indagini.
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