Le coste della Galizia e delle Asturie nel nord della Spagna sono invase da palline di plastica cadute in mare quasi un mese fa, si teme il disastro ecologico
Milioni di palline di plastica, tra polietilene, polipropilene e poliestere impiegate nell’industria, finite in mare in seguito alla perdita di un container da parte di una nave cargo al largo del Portogallo, si stanno accumulando lungo le coste del nord della Spagna.
Il materiale proveniva dalla nave portacontainer Toconao, battente bandiera liberiana che, secondo quanto dichiarato dal rappresentante del governo spagnolo in Galizia, ha perso sei container al largo della costa del Portogallo, a circa 80 chilometri a ovest di Viana do Castelo.
Sembrano enormi chicchi di grandine come quelli che a volte capita di vedere dopo violenti fenomeni temporaleschi che imbiancano strade e giardini o come dopo una copiosa nevicata, solo che, questa volta, a imbiancare le spiagge del nord della Spagna, sono delle micropalline di plastica che stanno mettendo a rischio l’intero ecosistema di quel tratto di costa. Questa catastrofe ambientale è iniziata lo scorso 8 dicembre, quando la nave container Toconao, della nota compagnia di trasporto Maersk, ha perso 6 container a causa di una violenta tempesta mentre si trovava in acque portoghesi. Uno dei sei container conteneva 1.000 sacchi di pellet di proprietà della società Bedeko Europe, ognuno dei quali conteneva 25 chilogrammi delle minuscole sfere che vengono utilizzate nella fabbricazione dei prodotti in plastica. Dopo le spiagge delle Galizia, le sfere di materiale plastico hanno raggiunto anche le Asturie, dove nelle ultime ore le autorità hanno attivato l’allerta per inquinamento marittimo.
Tante le spiagge interessate dalla massiccia presenza del materiale: Vigo, Pontevedra, Arousa, Muros, Noia, La Coruña e Ferrol e secondo quanto riferiscono le associazioni ambientaliste l’area colpita si sta estendendo. Sembra che non sia la prima volta che queste palline di plastica si arenano a riva. Al contrario, la perdita di materiale dalle imbarcazioni durante le tempeste sarebbe un problema ricorrente. “Queste piccole palline di plastica sono un problema ambientale perché i pesci le confondono con le uova di pesce, le mangiano ed entrano nella catena alimentare, finendo poi sulle nostre tavole”, ha spiegato Cristobal López, portavoce del gruppo ambientalista spagnolo Ecologistas en Acción, da una spiaggia della Galizia. La mobilitazione delle popolazioni locali è generale e numerosi volontari si sono radunati lungo il litorale spagnolo armati di colini da cucina e griglie improvvisate per setacciare la sabbia e filtrare l’acqua della riva. Negli ultimi decenni i pellet che vengono rilasciati accidentalmente o deliberatamente nei processi produttivi sono diventati una delle principali fonti di inquinamento di oceani, spiagge e fiumi. “La contaminazione degli oceani e degli ecosistemi con la plastica è uno dei maggiori problemi che l’umanità deve affrontare”, ha affermato la ministra dell’Ambiente spagnola, Teresa Ribera.
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