Le violenze un anno fa dopo aver bevuto troppi drink. Il Tribunale oggi si è espresso: l’accusa è di violenza sessuale di gruppo
Quando si parla di violenza sessuale su una o più donne, è chiaro che la vittima sia la persona che ha subito le angherie e che il carnefice sia invece chi le ha messe in atto, con la forza e il sopruso. Se, però, la donna in questione prima di subire l’atto violento ha assunto droghe, alcol o ha in qualche modo favorito l’avvicinamento del suo carnefice, anche esplicitando poi il suo dissenso ad un rapporto sessuale, allora spesso nella coscienza comune la sua connotazione di vittima viene meno, perde forza.
Accade spesso, infatti, che quando le indagini su un abuso rivelano che la vittima della violenza sessuale si trovava in una condizione di ubriachezza o di alterazione conseguente all’assunzione di droghe, si senta parlare di una sorta di “responsabilità” della vittima in merito a quanto ha subito, come se il non essere pienamente in sé avesse in qualche modo favorito l’abuso subito. In queste ore, il Tribunale si è espresso proprio su un caso simile: due minorenni, a Ferragosto 2023, erano state violentate dopo una festa durante la quale si erano ubriacate. Ecco la sentenza.
Condannati a 10 anni
Nella notte tra il 14 e il 15 agosto 2023, due minorenni di 15 e 16 anni residenti a Roma erano state invitate a casa di un ragazzo per trascorrere la serata insieme e divertirsi in compagnia. La situazione, però, ha subito preso una piega alcolica e le due minorenni, in breve tempo, si sono ubriacate. A quel punto, il proprietario di casa 28enne e un amico 24enne lì presente ne hanno approfittato ed hanno abusato sessualmente delle due ragazze.
Rappresentate in Tribunale dall’avvocata di Differenza Donna Marta Cigna, le due ragazze insieme alle loro famiglie hanno accusato il 28enne e il 24enne di violenza sessuale e, in queste ultime ore, la giustizia si è espressa. I due, infatti, sono stati condannati a 10 anni di carcere per violenza sessuale di gruppo.
Il parere di Differenza Donna
Sul punto si è espressa anche Differenza Donna, un’associazione che si occupa proprio di tutelare le vittime di violenza di genere. “Si tratta di una sentenza che mette a tacere le argomentazioni difensive stereotipate e frutto di una mentalità patriarcale del ‘te lo sei cercata‘ e mette in chiaro la gravità di crimini come questi che ledono i diritti inviolabili della persona e cagionano danni con effetti che possono essere a lungo termine“, hanno detto i rappresentanti dell’associazione dopo la sentenza.
A loro dire, infatti, questa sentenza dà voce a tutte le attiviste e a tutte le donne che, con tutte le loro forze, lottano per la libertà sessuale e per il consenso libero: anche se ubriache o alterate in qualsiasi modo, infatti, le donne esprimono la loro preferenza in merito ad un rapporto sessuale e un no è sempre e solo un no, che dev’essere ascoltato e accettato da chi si trova di fronte a loro.