La donna, che ha avuto un’adolescenza travagliata segnata dagli abusi sessuali subiti dopo essere stata adescata per conto di Jeffrey Epstein, si è suicidata nella sua fattoria nell’Australia Occidentale
È morta suicida a soli 41 anni Virginia Giuffre la donna che più di ogni altra ha incarnato la lotta contro il traffico sessuale orchestrato da Ghislain Maxwell e Jeffrey Epstein, il finanziere milionario americano caduto in disgrazia e poi morto suicida anche lui, in seguito a pesantissime accuse relative proprio a un giro di schiave sessuali. Nelle sue accuse la Giuffre aveva tirato in ballo anche il principe Andrea, fratello minore del Re Carlo III.

Per i fatti contestati, Ghislaine Maxwell è stata condannata a 20 anni di carcere, perchè secondo la giuria la donna ha adescato, fra il 1994 e il 2004, decine di ragazze minorenni per conto del suo fidanzato dell’epoca Jeffry Epstein. Epstein si è suicidato in cella nel carcere di New York il 10 agosto 2019, mentre attendeva un processo per la stessa vicenda, dopo che si era dichiarato colpevole, nel 2008 aveva patteggiato 13 mesi di custodia con rilascio per lavoro.
Una vicenda terribile
Virginia Giuffre è morta, si è tolta la vita a Brisbane, in Australia, lasciando dietro di sé non solo una famiglia spezzata dal dolore, ma anche un vuoto profondo nella battaglia per i diritti delle vittime di abuso. “Ha perso la vita suicidandosi, dopo essere stata per tutta la vita vittima di abusi sessuali e traffico sessuale”, hanno scritto i suoi familiari nell’apprendere la terribile notizia.

La donna aveva solo 41 anni e un passato che pesava come un terribile macigno. Il suo nome infatti era balzato alle cronache di tutto il mondo dopo che aveva denunciato Jeffrey Epstein e il Principe Andrea d’Inghilterra, rivelando le oscure trame di un sistema di sfruttamento sessuale che coinvolgeva alcuni tra i più potenti della Terra che si divertivano a rendere schiave sessuali delle giovani donne. “Non ci sono parole che possano esprimere la grave perdita che proviamo oggi per la scomparsa della nostra dolce Virginia”, ha aggiunto la famiglia. “Alla fine, il peso degli abusi è così pesante che per Virginia è diventato insopportabile sopportarne il peso. Sappiamo che è con gli angeli”, hanno aggiunto i familiari.
Una storia pesante da sopportare
Virginia Giuffre era giovanissima quando Ghislaine Maxwell, l’allora fidanzata di Jeffrey Epstein, l’assunse come massaggiatrice della coppia. In realtà, avevano l’intenzione di trasformarla in una schiava sessuale, inducendola a soddisfare le pretese dello stesso Epstein, ma anche dei suoi amici e conoscenti. La Giuffre ha avuto il coraggio di rendere pubblica la sua identità e la sua storia, accusando non solo Epstein e la sua collaboratrice Ghislaine Maxwell, ma anche figure di spicco come il principe Andrea d’Inghilterra, che ha poi evitato il processo civile pagando un risarcimento multimilionario. Negli anni la donna è diventata una paladina per le altre vittime, fondando anche l’associazione Victims Refuse Silence e offrendo sostegno a chi, come lei, aveva subito abusi e tratta sessuale.

Ha cercato di rifarsi una vita, si è sposata e ha avuto anche tre figli trasferendosi in una fattoria nella periferia di North Perth, in Australia. Le cicatrici lasciate dagli abusi subiti durante l’adolescenza, la pressione mediatica incessante, le battaglie legali estenuanti avevano però irrimediabilmente segnato la sua esistenza e soltanto tre settimane fa la donna aveva raccontato in un post social di essere rimasta gravemente ferita in un incidente stradale, investita da un autobus mentre era in auto. “Sono entrata in insufficienza renale, mi hanno dato quattro giorni di vita, trasferendomi in un ospedale specializzato in urologia“, aveva postato la donna mostrando sul volto i segni dell’incidente, poi è arrivata la notizia del suicidio.