Addio a Oliviero Toscani: indimenticabili le sue campagne, iconiche e discusse come nessuna fotografia prima d’allora. Le più famose
Nato a Milano nel 1942, Oliviero Toscani se n’è andato oggi all’età di 83 anni ancora da compiere a causa di una malattia diagnosticatagli nel giugno del 2023, l’amiloidosi. Figlio di Fedele Toscani, uno dei fotoreporter storici del Corriere della Sera, Oliviero Toscani pubblica la sua prima fotografia sul Corriere a soli 14 anni e di fatto quell’esordio così precoce segna l’inizio di una lunga carriera che cambierà per sempre non solo la sua vita, ma anche la storia dell’iconografia in Italia.
Dopo gli studi al liceo Vittorio Veneto di Milano, Oliviero Toscani si diploma alla Kunstgewerbeschule di Zurigo in fotografia, dove è allievo tra gli altri anche di Karl Schmid e di Marcel Duchamp. Inizia quindi subito a lavorare nell’ambito della pubblicità, settore che gli permetterà di farsi conoscere come artista irriverente e dirompente: ecco alcune delle sue campagne più iconiche.
La collaborazione con Benetton
La prima campagna che segue Oliviero Toscani in qualità di fotografo è quella per il cornetto Algida, per la quale propone uno scatto molto alla buona: tre ragazze sono a bordo di un tandem e gustano il celebre cornetto gelato. La proposta piace moltissimo e segna l’inizio della lunga e soddisfacente carriera di Toscani, che inizia quindi a lavorare per riviste come Vogue, Elle, Harper’s Bazaar ed Esquire tra gli altri. Negli anni Ottanta, poi, firma la sua collaborazione con Benetton, momento che darà una svolta incredibile alla sua carriera. La prima campagna consiste in un’immagine orizzontale che mostra un gruppo di ragazzi e ragazze tutti di etnie diverse, sorridenti. Lo sfondo è bianco e lo slogan è chiaro: “Tutti i colori del mondo”.
Negli anni seguenti, poi, sono molte le campagne di Benetton seguite da Oliviero Toscani e che, generando sconcerto e chiacchiericcio, di fatto segnano una generazione intera. Iconico è lo scatto nel quale un ragazzo arabo ed un altro palestinese reggono insieme un mappamondo, così come quello in cui una bambina americana ed un bambino russo si abbracciano. Non è un caso, infatti, che “Tutti i colori del mondo” citati da Toscani nella sua prima campagna diventino parte integrante dello slogan del marchio, che infatti ancora oggi si chiama United Colors of Benetton.
Il malato di Aids
Non mancano, nella carriera di Oliviero Toscani, gli scatti dirompenti e rivoluzionari. In un caso, però, per una campagna il fotografo usò un’immagine non sua ma della fotografa americana Therese Frare: si tratta della celebre immagine del malato di Aids sul letto di morte, circondato dalla sua famiglia. Pubblicata sul Life e meritevole alla sua autrice di un Pulitzer, prima che Oliviero Toscani la scegliesse per Benetton la fotografia non aveva avuto tutto questo successo e questo clamore: quando l’artista, però, ci ha messo sopra il noto marchio dell’azienda, tutto cambiò e quello scatto divenne iconico per sempre.
Un’altra delle sue opere più iconiche è quella del 1991 che ritrae un prete ed una suora che si scambiano un bacio appassionato, con gli occhi chiusi dall’emozione e con evidente trasporto, realizzata sempre per Benetton. L’immagine, oggetto di diverse censure nel corso della storia, vuole indicare probabilmente l’amore universale e la sua essenza come un continuum dove sacro e profano non sono due mondi opposti che non si incontrano mai, ma due parti di una medesima essenza.
Le campagne contro il razzismo
Uno dei temi a cui Toscani era più legato in assoluto era quello del contrasto ad ogni forma di razzismo, tema che quando poteva metteva al centro dei suoi iconici scatti. Impossibile non citare, a tal proposito, i tre cuori umani con le scritte “White”, “Black” e “Yellow” immortalati proprio per sottolineare la totale uguaglianza di tutti i cittadini del mondo, indipendentemente dal colore della loro pelle. Nel 1999, Oliviero Toscani ha individuato in una semplice macchia di sangue la protagonista della campagna mondiale per Benetton a favore dei rifugiati del Kosovo, ad esempio.
Indimenticabili, poi, gli scatti pubblicati sempre per Benetton che vedevano come protagonisti alcuni condannati a morte negli Stati Uniti. Per queste fotografie, l’artista venne accusato dal Missouri di “falso fraudolento” poiché li aveva immortalati con l’inganno, senza specificare il suo scopo.
Contro la violenza
In netto anticipo rispetto alla modernità, Oliviero Toscani ha usato la sua macchina fotografica anche per sensibilizzare sul tema della violenza di genere, in particolar modo sulle donne. Per Donna Moderna, ha ideato una campagna che vedeva come protagonisti una bambina ed un bambino totalmente nudi accanto alla scritta “vittima” e “carnefice”. Nel 2009, invece, la Provincia di Bolzano ha finanziato una campagna contro il bullismo per la quale Toscani ha ideato uno scatto i cui protagonisti erano la banana e il pisello.
Infine, numerose critiche hanno suscitato anche i suoi scatti che inquadravano in primo piano un neonato e alcuni preservativi usati, altro pilastro della totale spinta controcorrente dell’arte di Oliviero Toscani.