Morti per il Covid, l’ultimo report dell’Istat lascia qualche dubbio: molti avevano altre patologie

L’ultimo studio pubblicato dall’Istat sull’incidenza della pandemia da Covid-19 evidenzia numeri che andrebbero interpretati in maniera diversa

Secondo l’Organizzazione Mondiale per la Salute OMS, una persona è deceduta a causa del COVID quando il caso è clinicamente confermato e non sussiste una chiara causa di morte alternativa non correlata al virus. Da questa vaga definizione, sono ovviamente nate tante diverse interpretazioni: se una persona aveva un problema serio di salute e dopo aver contratto il COVID era deceduta, era da considerare morta a causa del virus o no? Da qui nasce probabilmente il primo equivoco.

Dati
Morti per il Covid, l’ultimo report dell’Istat lascia qualche dubbio: molti avevano altre patologie – Cityrumors.it

L’ultimo rapporto prodotto congiuntamente dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) presenta una sintesi delle principali caratteristiche di diffusione dell’epidemia COVID-19 e del suo impatto sulla mortalità totale del biennio 2020-2021 e un’analisi dettagliata della più recente fase epidemica estesa fino al mese di gennaio 2022.

Un momento terribile

Cinque anni fa, era il 29 gennaio 2020, una coppia di turisti cinesi, 66 anni lui, 65 lei, in vacanza a Roma originari dalla provincia di Wuhan avverte sintomi influenzali. Alloggiano all’hotel Palatino, nel cuore della capitale. Alle cinque del pomeriggio lui accusa febbre alta, per questo la moglie decide di contattare la reception e chiedere un medico. Scatta subito il sospetto e viene chiamato il 112 poi l’ambulanza, direzione Spallanzani. Il tampone conferma il timore peggiore: è Sars-Cov-2. Il virus ha fatto ufficialmente il suo ingresso in Italia. Il resto poi è storia e non soltanto in Italia.

Morti Italia
Un momento terribile – Cityrumors.it

Un lockdown mondiale congelerà l’esistenza di miliardi di persone nel tentativo di fermare l’avanzata del virus che nel frattempo cominciava a uccidere ovunque. In Italia a marzo sono già 10mila i morti per Covid-19 ed è soprattutto nelle RSA che la situazione si trasforma in strage. Migliaia di anziani soli, senza più contatti con le famiglie, si sono spenti nel silenzio. Sono stati momenti difficili per tutti, probabilmente tante ferite rimarranno dentro ognuno di noi, una lacerazione sociale che non si rimarginerà mai e che ha portato ad altre contrapposizioni.

Uno studio sulla mortalità

L’Istat in questi giorni, insieme all’Istituto superiore della Sanità, ha pubblicato il report annuale sulla mortalità nel nostro paese e sull’impatto che negli ultimi anni ha avuto ancora il Covid-19 su questi decessi. Si è così riaccesa una vecchia polemica mai sopita del tutto fin da quando sono stati pubblicati i primi terribili dati post pandemia. “L’eccesso nei confronti del 2018-2019 è spiegato principalmente dalla mortalità per Covid-19”, affermava l’Istat nel giugno dello scorso anno presentando il report sulle cause di morte 2021. I decessi complessivi erano stati 706.969, quelli Covid 63.915.

Dati
Uno studio sulla mortalità – Cityrumors.it

Come già aveva fatto per il 2020, l’indagine però non tiene conto della compresenza di altre patologie che compromettevano pesantemente la salute dei pazienti e potevano essere fatali, cerca di spiegare La Verità in edicola oggi. Nell’anno della dichiarazione dell’emergenza sanitaria globale in Italia i deceduti furono 746.324, dei quali 78.673 classificati nelle schede di morte come “causa Covid”. Le persone morte senza alcuna patologia risultarono 326 (0,4% sul totale), mentre quelle che avevano fino a quattro comorbidità, cioè altre ulteriori patologie esterne aggiunte, rappresentavo il 36,7% del totale. Con cinque patologie vennero classificati il 63,3% dei deceduti Covid. La situazione non migliora nei due anni successivi, anzi peggiora.

L’opportunità della vaccinazione di massa

Nel 2021 infatti poi questo dato dei deceduti con almeno 5 patologie salì a 45.072 finendo per rappresentare il 70,5 dei decessi Covid, fino al 2022, quando i decessi classificati Covid risultarono 51.630. In questo studio sui decessi però forse il dato che stride di più è sulle fasce di età più piccole, quelle dei bambini. Al tempo si era detto che anche i bambini e i giovanissimi erano a rischio per questo anche loro furono coinvolti nella vaccinazione di massa. ma i dati però dicono altro. Nel 2021 l’83,3% dei decessi Covid in fascia 10-14 era costituito da ragazzini con almeno cinque patologie; in fascia 20-24 anni avevano multiple malattie l’81,8% di coloro che non sopravvissero alla Sars-Cov-19. In fascia 40-60 anni, la percentuale è stata tra il 70,7% e il 72%.

Lo studio
L’opportunità della vaccinazione di massa – Cityrumors.it

Nel 2022, i bambini deceduti di età compresa tra 10 e 14 e con almeno cinque patologie rappresentarono il 77,8% di coloro che non sopravvissero al virus di Wuhan. Questo quindi potrebbe confermare che la vaccinazione poteva essere indirizzata ai più fragili con in corso più patologie senza invece coinvolgere tutti indistintamente in una vaccinazione con sieri più o meno sperimentali. I dati, che sono stati sempre pubblicati sui morti per Covid, quindi potrebbero risultare “gonfiati” da altre patologie che alla fine portavano al decesso il paziente.

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