Era stato scarcerato da poco ed ha ammesso le sue responsabilità. Dietro all’omicidio del giovane, però, potrebbe esserci anche qualcun altro
Aveva solo 19 anni e, nella sera del 1° novembre 2024, Santo Romano ha perso la vita nel comune di San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli, a causa di alcuni colpi di arma da fuoco esplosi da un 17enne reo confesso. Tutto è successo in piazza Raffaele Capasso, vicino al municipio del Comune, intorno a mezzanotte e dietro all’omicidio ci sarebbe una lite scoppiata per futili motivi tra due gruppi di ragazzi, nata probabilmente per un pestone involontario su un piede e una scarpa sporcata.
A distanza di qualche giorno dall’omicidio, il 17enne individuato fin da subito dagli agenti della stazione di San Sebastiano al Vesuvio e dai carabinieri della sezione operativa di Torre del Greco ha confessato di essere lui l’autore materiale dell’omicidio. Nonostante la confessione, però, si continua ad indagare: qualcosa non torna.
La rissa e l’omicidio
Sebbene sulle prime si fosse parlato di una lite tra gruppi generata da un pestone che avrebbe sporcato una scarpa bianca, il17enne reo confesso dell’omicidio riferisce invece di essersi difeso da un’aggressione. Alla base dell’omicidio, però, c’è sempre una lite tra gruppi: dopo la discussione, alcuni giovani si sono allontanati e, dopo circa mezz’ora, sono tornati sul luogo a bordo di una minicar. A quel punto, il 17enne è uscito dal veicolo, ha estratto una pistola ed ha aperto il fuoco.
Santo Romano è stato colpito al petto ed è poi morto a causa delle conseguenze dello sparo, mentre un suo amico è stato ferito al gomito ma non è in pericolo di vita. Le telecamere di videosorveglianza installate nella zona hanno ripreso tutta la scena e hanno fin da subito inchiodato il 17enne, immediatamente portato in caserma. L’avvcato del ragazzo, sentito dal TG1, ha detto: “Ha ammesso di aver sparato però per essersi difeso a seguito di una aggressione da parte di un gruppo di 4 -5 ragazzi. Ha delle problematiche di carattere psichiatrico, psicologico accertate dal tribunale per i minorenni”.
Si cercano i complici
Secondo gli inquirenti, però, il 17enne non può aver fatto tutto da solo. Sebbene la minicar con cui prima è arrivato in piazza e poi se ne è allontanato dopo l’omicidio lo incastri, poiché è stata vista non solo dalle telecamere ma anche da qualche testimone, dall’altro lato per chi indaga a bordo di quel mezzo il ragazzo non era da solo. Per capire con chi fosse, i Carabinieri stanno incrociando le immagini delle telecamere di videosorveglianza con le fotografie presenti sui social del 17enne e su quelli dei suoi amici.