Una donna, vittima di stupro, sta combattendo affinché possa cambiare la legge contro la violenza sulle donne nel Paese
Nella giornata di ieri è arrivata la seconda deposizione di Gisèle Pelicot, che dal banco del tribunale di Avignone ha testimoniano contro suo marito Dominique Pelicot, accusato di averla sottoposta a stupri continui nella sua casa di Mazan, villaggio provenzale da cartolina nella regione del Vaucluse con più di 50 persone, comprese tra i 36 e i 74 anni. Gli episodi sono avvenuti tutti tra il 2011 e il 2020, l’uomo di 55 anni l’aveva narcotizzata con dosi da cavallo di lorazepam. Nel corso del rapporto sessuale la donna veniva ripresa dal marito. I video sono stati poi pubblicati su una piattaforma online chiamata Coco, che è stata poi chiusa con l’avvio della indagini.
Questo sito illegale, a differenza degli altri video mainstream, non censurava l’atto, ma lo proponeva in modo integrale. L’uomo è stato scoperto dagli investigatori a settembre del 2020, dopo aver filmato di nascosto tre donne. Questi hanno poi controllato il suo hard disk, scoprendo così i video di 92 stupri e individuato i 50 responsabili che aveva reclutato su internet. Gisèle è venuta a sapere di quanto le fosse accaduto solo successivamente, quando gli stessi investigatori le hanno mostrato le immagini dicendole: “Le mostreremo cose che non le faranno piacere”.
Nel processo di ieri la vittima si è descritta con le seguenti parole: “Sono una donna distrutta” – aggiungendo poi – “Non so come ricostruirò me stessa. Fortunatamente sono supportata da uno psichiatra. A quasi 72 anni, non so se la mia vita mi basterà per rialzarmi“. Le sue memorie sono vaghe, sparse e fanno riferimento soprattutto a dolori e amnesie, vissuti con il pensiero di esser malata. La sua presenza ai processi, iniziati il 5 settembre di quattro anni fa, Giséle si è sempre presentata: “Lo faccio” – ha spiegato -“perché ogni donna che è stata violentata possa dire: lo ha fatto la signora Pelicot, posso farlo anche io. Non voglio che nessuna si vergogni più”.
“Io sono determinata a che la società cambi” ha aggiunto ieri nel corso del processo, mentre i presenti la applaudivano per il suo coraggio. In Francia la legge francese sullo stupro prevede che l’assenza di consenso non basti per imputare gli aggressori. In tal senso, il nuovo ministro della Giustizia Didier Migaud si è espresso favorevolmente a rivedere la legge. Lo stesso Macron si è esposto favorevolmente a tal riguardo. Un ruolo chiave lo stanno avendo anche le numerose manifestazioni a sostegno di Gisèle Pelicot. Ad Avignone sono migliaia le persone che esprimono il loro sostegno, nella speranza che questo sia sufficiente per fare la differenza.
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