Non si fermano l’inchiesta sul naufragio di Palermo. Oltre al comandante Cutfield, sono altre due le persone indagate dalla Procura
Proseguono senza sosta le verifiche degli inquirenti sul naufragio di Palermo. Sono ancora diversi i punti da chiarire sull’incidente che coinvolto il veliero Bayesian e la scelta del magistrato di iscrivere altre due persone sul registro degli indagati, oltre naturalmente al comandante Cutfield, sembra confermare che si poteva fare qualcosa di più rispetto a quanto poi realmente avvenuto.
Da sottolineare che il comandante ha sempre respinto le accuse. Cutfield, che nell’interrogatorio di ieri, martedì 27 agosto, si è avvalso della facoltà di non rispondere, subito dopo la tragedia ha parlato di una tempesta d’acqua improvvisa e non prevedibile. Una versione che non convince pienamente gli inquirenti, che sono al lavoro per capire se sono stati commessi altri errori oppure no.
Altri due indagati
L’inchiesta prosegue ed ora nel mirino degli inquirenti sono finiti due indagati: parliamo del marinaio Matthew Griffith, francese di 22 anni e dell’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton. Per entrambi l’accusa è la stessa del comandante Cutfield: naufragio colposo e omicidio plurimo colposo.
Come riferito dall’Adnkronos, l’iscrizione sul registro dell’ufficiale di macchina sarebbe un atto dovuto per consentire a tutti gli indagati di nominare consulenti e periti e prendere parte ad atti irripetibili come l’autopsia sul corpo delle vittima. Secondo l’accusa, Parker Eaton non avrebbe attivato i sistemi di sicurezza durante la tempesta. Un passaggio necessario per chiudere i portelloni della sala macchina. Ma su questo sono comunque in corso gli approfondimenti da parte degli inquirenti per capire se poteva essere fatto oppure non c’era il tempo necessario.
Il comandante non risponde
L’iscrizione sul registro degli indagati del marinaio e dell’ufficiale di macchina porterà gli inquirenti a convocarli per sentirli. Chi, invece, ha optato per il silenzio davanti al procuratore è il comandante Cutfield. Come scritto dall’Adnkronos, il capitano è scoppiato a piangere, ma non ha detto nulla al pm.
Una strategia decisa insieme ai suoi avvocati. La nomina è arrivata poco prima dell’interrogatorio e quindi si è deciso di prendere del tempo per capire come muoversi. Le sue dichiarazioni sono fondamentali per capire meglio cosa è successo il 19 agosto e si preferisce aspettare un attimo prima di portare il comandante a dire la sua versione su quanto accaduto in mare.