Alexey Navalny, come hanno reagito le tv russe in merito alla morte dell’attivista ed oppositore? C’è chi addirittura lo ha liquidato in un niente
La notizia della morte di Alexey Navalny ha fatto inevitabilmente il giro del mondo. Addirittura in Italia (ed in altri Paesi europei) moltissime persone sono scese in piazza per mostrare la propria vicinanza alla famiglia dell’attivista russo deceduto per cause ancora incerte. L’unica verità che si conosce è che il suo cuore ha smesso di battere nel carcere siberiano dove era prigioniero da tempo. La madre della vittima chiede, ancora una volta, a Vladimir Putin di riavere il corpo del figlio per cercare risposte sulla sua morte.
La sua morte, però, non ha minimamente toccato le tv locali. Ricordiamo che la data del decesso è stata ufficializzata il venerdì 16 febbraio. Addirittura c’è gli ha dedicato un servizio durato solamente 31 secondi. Di questo ne ha parlato la trasmissione “Dritto e Rovescio” condotta dal giornalista Paolo Del Debbio. Un servizio in cui è stato analizzato come i media russi hanno reagito e trattato la notizia della sua morte.
Navalny “liquidato” dalle tv russe: c’è chi gli ha preferito un gatto
La morte del noto oppositore russo non ha toccato minimante le tv locali. Lo dimostrano chiaramente i fatti. Il giorno dopo la sua morte c’è chi si è soffermato sulla guerra che si sta verificando in Ucraina (da due anni esatti). “Le operazioni militari russe proseguono con successo sul territorio nemico“. Poi non se ne è più parlato. Il nulla assoluto. La notizia della sua morte non ha trovato lo spazio nemmeno nel sommario.
Non è finita qui visto che gli è stato preferito addirittura un servizio di un gatto che è stato salvato dal freddo. In quello stesso giorni si è parlato, molto di più a lungo, delle dichiarazioni di Putin. Lo Zar aveva parlato alla nazione per celebrare il 31o anniversaro dalla nascita di Gazprom. Nel suo messaggio non c’è stato posto per ricordare Navalny.
Stesso discorso vale anche per i quotidiani. In un talk show ne hanno provato a parlare, ma qualcuno è stato ripreso immediatamente. Proprio come accaduto al presidente del partito liberale. Vladimir Solovyov. Quest’ultimo è considerato come uno dei giornalisti più vicini al leader del Cremlino. Ha parlato dell’attivista, ma senza mai nominarlo: “Su questo decesso non sappiamo nulla. L’Occidente aveva preparato le accuse per la sua morte, ma chi ne trae vantaggio? Di sicuro non la Russia“.