Neonata rapita a Cosenza, parlano i parenti di Rosa Vespa | “Sospettavamo da tempo”: cosa non gli tornava

Crolla il castello di carte di Rosa Vespa, i suoi parenti confessano tutto. Ultim’ora sul caso della neonata rapita a Cosenza

Mentre la piccola è felicemente tornata tra le braccia di mamma e papà, che grazie al celere lavoro delle forze dell’ordine e di tutta la città di Cosenza sono riusciti ad indentificare i rapitori in poco più di quattro ore dal momento della segnalazione di scomparsa, si complica la situazione di Rosa Vespa e di Moses Aqua. Ecco cos’hanno detto i parenti della donna.

Rapimento di una neonata a Cosenza
Neonata rapita a Cosenza, parlano i parenti di Rosa Vespa | “Sospettavamo da tempo”: cosa non gli tornava  (cityrumors.it / ansafoto)

Come ormai è noto, Rosa Vespa e il marito si sono introdotti nella clinica del Sacro Cuore di Cosenza e, fingendosi un’infermiera, la donna ha rapito la piccola neonata. Ritrovata quattro ore dopo completamente vestita d’azzurro, si è poi scoperto che la bambina era stata rapita poiché Rosa Vespa e il marito avevano finto per nove mesi una gravidanza e, annunciata pochi giorni prima la nascita del loro Ansel, volevano avere un neonato da portare alla festa che i parenti gli avevano organizzato a casa. Ecco però cos’han detto i famigliari della donna.

I sospetti dei parenti di Rosa Vespa

Quando le autorità hanno rintracciato la piccola e i due rapitori, a casa di Rosa Vespa si stava tenendo una festa proprio in onore di Ansel, il bambino che, secondo quanto raccontato dalla coppia stessa, la 51enne aveva dato alla luce pochi giorni prima. Ed è proprio durante i festeggiamenti del “nuovo arrivato” che i parenti della donna hanno ricevuto la notizia del rapimento di una neonata dalla clinica del Sacro Cuore della città, con tanto di immagini: non c’è voluto molto, per loro, per notare le somiglianze tra la donna inquadrata dalle telecamere di videosorveglianza dell’ospedale e la loro parente.

Torna a casa la neonata rapita a Cosenza
I sospetti dei parenti di Rosa Vespa (cityrumors.it / ansafoto)

Ho guardato quel bambino in tutina celeste e ho capito che si trattava della neonata sparita poche ore prima. Ho guardato Rosa, ho iniziato a farle domande e lei ha subito confessato ha raccontato il cognato della 51enne a Repubblica, aggiungendo che quando la Polizia è arrivata stava per chiamare autonomamente il 112. Per i parenti, infatti, è stato impossibile non notare le somiglianze tra il viso di quel neonato che gli era stato presentato come Ansel e le immagini della neonata rapita presso la clinica, che circolavano già in rete.

Qualcosa non andava già da tempo

Oltre alle somiglianze, poi, a dare ai parenti di Rosa Vespa la conferma definitiva di quanto aveva commesso sono stati i loro stessi sospetti. “Già da tempo pensavamo che ci fosse qualcosa di strano. Rosa non ci sembrava sincera” ha confessato sempre il cognato della donna, riferendosi ai nove mesi nei quali Vespa ha finto di essere incinta. L’8 gennaio, con un post su Facebook, la 51enne ha annunciato la nascita del piccolo Ansel ma fino al giorno del rapimento nessuno l’aveva mai visto: da qui, la scusa di alcuni accertamenti da svolgere in ospedale e la notizia delle dimissioni, proprio il giorno della sottrazione della piccola.

Quando sono arrivati presso l’abitazione della donna, gli uomini della Squadra Mobile si sono trovati di fronte ad una vera e propria festa: piena di palloncini azzurri, la sala era colma di gente e sul tavolo c’erano dolcetti pronti per essere consumati, in onore del piccolo Ansel. “Una pantomima” l’ha definita Gabriele Presti, il capo della mobile.

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