Neonato morto dopo parto, alla madre è stato concesso il congedo al lavoro: non al padre che è stato addirittura licenziato
Una terribile morte quella che ha visto vittima il piccolo Toby, venuto a mancare poco dopo il parto. Un dolore enorme per i suoi genitori Laura Hicklin e Dale Barker. Un episodio drammatico verificatosi il 13 novembre dello scorso anno. Il piccolo ha lottato per tre settimane in ospedale fino a quando il suo cuoricino non ha smesso di battere per sempre. Le sue condizioni di salute, infatti, erano peggiorate restando attaccato ad una incubatrice.
Un terribile periodo non solo per la morte del loro piccolo, ma anche dal punto di vista lavorativo. In particolar modo per l’uomo che non ha potuto stare molto vicino alla moglie durante il periodo di lutto. Tanto da insistere nel ritornare a lavoro. La coppia ha già due figli di 6 e 8 anni (avuti da relazioni precedenti). Nel 2020 tra i due scocca l’amore. Nel 2023 la gravidanza della donna procedeva bene fino a quando i medici non le avevano detto che il piccolo Toby soffriva di un difetto cardiaco.
Il personale medico li aveva avvisati che il piccolo non ce l’avrebbe fatta. La donna, in ogni caso, ha portato al termine la gravidanza partorendo ad ottobre, Per tre settimane ha lottato in incubatrice fino a quando Toby è passato a miglior vita. Morto tra le braccia del padre che continuava a ricevere telefonate dal lavoro. Colleghi e capi lo chiamavano non per fargli complimenti e condoglianze, ma sapere quando sarebbe tornato in ufficio.
I suoi superiori, dopo aver concesso permessi al lavoro, non hanno voluto più attendere ed hanno preso la drastica decisione di licenziarlo. Poco prima gli avevano concesso due settimane di congedo parentale. Non di più. Le altre assenze sono apparse “ingiustificate” fino ad allontanarlo dal lavoro. La moglie continua ad usufruire delle 52 settimane di congedo di maternità legale retribuite.
In una intervista rilasciata al “The Mirror” l’uomo ha dichiarato: “Non avevo ancora seppellito mio figlio e dal lavoro continuavano a chiamarmi. Non volevo lasciare Laura da sola, era in uno stato vulnerabile e io avrei dovuto affrontare turni di 12 ore. La priorità, in quel momento, era Toby e loro non sono riusciti a farmelo salutare in santa pace. Secondo loro non dovevo soffrire perché sono un uomo, è ingiusto“.
Anche i medici che hanno fatto il possibile per salvare la vita al piccolo sono venuti incontro dandogli una mano. Tanto da inviare una lettera all’azienda facendo il punto della situazione. Dopo il funerale l’uomo controlla il conto e nota che lo stipendio gli era stato bloccato. Dopo aver chiamato in ufficio per chiedere spiegazioni gli era stato rivelato di essere stato licenziato.
Anche la moglie Laura non ci sta: “Non doveva essere trattato in questo modo. Anche gli uomini soffrono. Ho sofferto di attacchi di panico dopo la morte di Toby. Senza Dale non ce l’avrei fatta. Molte aziende permettono agli uomini di rimanere accanto alle compagne, offrendo più di 2 settimane di congedo retribuite. Perché queste condizioni non possono diventare legge?“.
Ancora 24 ore da incubo per i viaggiatori a causa di una agitazione che riguarda…
L’assegno di reversibilità può essere percepito dai nipoti del titolare? In quali casi l’Inps procede…
Conto corrente cointestato, quando scatta l’imposta di bollo? Tutto quello che c’è da sapere sulla…
Bonus tredicesima INPS, c'è una informazione non di poco conto che riguarda tutti i pensionati.…
L'ex Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica italiana è duro nei confronti della Corte: "Non c'è…
Crescono i beneficiari dei premi di produttività, con un valore medio annuo di oltre 1.500…