Il Nepal, così come tutti i Paesi dell’Himalaya, sta vivendo un inverno insolitamente secco. Secondo i dati meteorologici infatti, il paese in questo mese, a differenza degli anni precedenti, non ha registrato alcuna precipitazione nevosa. Una situazione che non solo sta avendo conseguenze serie sui paesi coinvolti, ma potrebbe avere ripercussioni anche per il resto del mondo.
L’Himalaya si trova nell’Asia centro-meridionale e segna il confine tra l’India, il Pakistan, il Nepal e il Bhutan dalla Cina. La catena montuosa è lunga circa 2400 km e si estende su una superficie di circa 600 000 km quadrati. Dalle sue cime hanno origine numerosi corsi d’acqua, torrenti e fiumi, alcuni dei quali di grande portata, come ad esempio il Gange.
Niente neve oltre gli 8000 metri
Stagione veramente anomala non solo alle nostre latitudini dove, arrivati alla fine di gennaio, ancora non si è fatto sentire l’inverno che dovrebbe caratterizzare questo periodo dell’anno, ma anche dove la neve e i ghiacciai perenni hanno da sempre caratterizzato il paesaggio, la mancanza di precipitazioni associate alle rigide temperature ha fatto scattare un allarme sulle possibili conseguenze per l’intero ecosistema. L’Himalya, il tetto del mondo, quella catena montuosa caratterizzata da vette ben oltre gli ottomila metri, sogno proibito di tutti gli scalatori del mondo, sta soffrendo per la mancanza della neve, come una qualsiasi stazione sciistica delle nostre Dolomiti. Infatti, temperature più calde delle medie stagionali e scarse precipitazioni negli ultimi due mesi, hanno provocato quello che gli esperti hanno già definito l’“inverno più secco” nell’intera regione: dal Nepal al Pakistan settentrionale fino al Tibet e al Bhutan. La colpa è di una combinazione di diversi fenomeni meteorologici tra cui la crisi climatica e El Niño.
Le possibili ripercussioni
Lo scenario è davvero desolante con montagne senza neve e tutti gli impianti da sci chiusi, con le relative piste aride e le sterpaglie secche. Il Nepal riceve una media di 60 millimetri di pioggia durante i tre mesi più freddi, mentre il Dipartimento di Idrologia e Meteorologia ha registrato finora solo 1,9 millimetri di pioggia. Una situazione davvero preoccupante le cui conseguenze ancora non si possono quantificare. “La nostra è una previsione a lungo termine, potrebbe non aver ancora piovuto, ma potrebbe piovere più della media durante il restante mese e mezzo dell’inverno”. In effetti, gli eventi meteorologici estremi indotti dalla crisi climatica potrebbero non comportare un cambiamento nel totale delle precipitazioni stagionali, ma la pioggia o la neve potrebbero cadere tutte insieme con forza distruttiva”, ha affermato Bibhuti Pokharel del Dipartimento di Idrologia e Meteorologia nepalese. Infatti se le precipitazioni, anche di forte intensità, arrivassero più avanti nell’anno ci sarebbero molte più probabilità di causare frane, smottamenti e fiumi di fango a causa del terreno secco. Inoltre la carenza di precipitazioni porterebbe anche ad altre due conseguenze, la prima potrebbe essere un calo della produzione energetica. In Nepal quella idroelettrica è diminuita del 20% nel 2023 e il deficit è stato coperto dalle importazioni dall’India. La seconda sarebbe un calo del turismo invernale, turismo che, sempre a causa del cambiamento climatico, già lo scorso anno era calato del 60%.