Professoressa accusata di una lunga serie di abusi e violenze: a inchiodarla, delle chat WhatsApp trovate dai genitori nei telefoni dei figli
Una professoressa è finita in manette con accuse pesantissime: violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenni. Il tutto ai danni di circa sette studenti, tutti con meno di 14 anni. La 37enne ora si trova dietro le sbarre, in attesa di affrontare il processo.
L’indagine, a quanto pare, è stata lunga e complessa, tanto che persino i colleghi della prof, interrogati dagli inquirenti, si sarebbero detti all’oscuro di tutto, almeno fino all’emissione del mandato d’arresto. Un silenzio che fa riflettere. A fornire qualche dettaglio in più è stata la vicepreside dell’istituto di Castellammare di Stabia, che ha raccontato di un episodio particolare.
Dopo la sospensione di due ragazzi beccati a fumare in bagno, un altro insegnante avrebbe riferito di aver sentito alcuni studenti complottare per vendicarsi della professoressa, ritenuta responsabile del provvedimento. Quasi una premonizione.
Ma non è tutto. C’è anche una denuncia di una madre che avrebbe mostrato video e foto circolati in una chat di WhatsApp degli studenti. La prof, messa alle strette, si è difesa parlando di un presunto hackeraggio del suo profilo Instagram. Una giustificazione che, a quanto pare, non ha convinto gli inquirenti.
Oggi, nel carcere di Benevento, è previsto l’interrogatorio di garanzia della docente, che ovviamente sarà assistita dal suo avvocato. All’interrogatorio saranno presenti anche il pm Bianca Maria Colangelo e i carabinieri di Castellammare.
Le carte dell’inchiesta parlano chiaro: decine di screenshot, file audio e dati estrapolati dalle chat di WhatsApp dei ragazzi, materiale raccolto dalle madri e ora al vaglio degli inquirenti. Un vero e proprio arsenale di prove.
La cosa ancora più inquietante è che i sette ragazzi coinvolti sarebbero stati vittime non solo di abusi sessuali, ma anche di veri e propri maltrattamenti psicologici e morali, con tanto di ricatti, minacce di bocciatura e, addirittura, minacce di morte. Tutto questo sarebbe emerso dopo che alcuni studenti avevano confidato ad altri docenti gli abusi subiti nella famigerata “saletta”, dove venivano proiettati video e immagini pornografiche. Un orrore senza fine.
Una delle mamme, intervistata da Rai 1, ha espresso un comprensibile senso di liberazione dopo l’arresto: “L’arresto dell’insegnante è stata una notizia bellissima, ha completato già un tassello di questa inchiesta. È stato come togliere un peso dallo stomaco“. Un peso enorme, che purtroppo difficilmente potrà essere cancellato del tutto.
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