Un lungo cammino fino alla cima della montagna, poi durante la discesa l’imprevedibile: un ragazzo descrive le ultime ore della sua vita
Il viaggio verso la cima di una montagna presenta sempre delle insidie. Questo tipo di avventure richiedono un grande dispendio di energie fisiche e psicologiche, viste le avversità che si sono possono incontrare, ma anche una grande preparazione. Mesi di allenamento per raggiungere il punto più alto, là dove la vista ripaga le sofferenze e la soddisfazione affievolisce la fatica. Non tutti, però, riescono ad arrivare in cima. C’è chi si ferma prima e quindi riscende, ma anche chi, drammaticamente, non lascia mai più quel posto. Lo scorso 17 settembre, però, è successo un qualcosa di ancor più beffardo, tragico e particolare.
Un ragazzo di 22 anni, Austin King, chiama la sua famiglia per raccontargli di aver raggiunto l’Eagle Peak nel Wyoming, la vetta più alta di Yellowstone. Un traguardo che ha celebrato con le persone più strette, in preda alla gioia, prima di riscendere per poter andare a festeggiare di persona una volta arrivato a valle. Quella telefonata, però, sarà l’ultima volta che i suoi genitori hanno avuto modo di parlare con il figlio. Da quel giorno, infatti, non si hanno più notizie di King, almeno fino a pochi giorni fa, quando il padre non ritrova un diario dal quale emergono retroscena drammatici.
Il messaggio prima di morire
Nelle scorse ore Brian King-Henke, padre di Austin, ha condiviso una pagina del diario in cui il ventiduenne racconta le sofferenze vissute nella discesa dalla cima del monte: “Non riesco più a sentire le mie dita e i miei occhiali sono appannati a causa del clima brutale in montagna” – scrive – “Non posso davvero credere di essere qui dopo tutto quello che ho passato. Ho sopportato la pioggia, il nevischio, la grandine e il vento più violento che abbia mai sentito”. Un sogno realizzato che, beffardo come mai, lo ha messo davanti a una sfida insuperabile.
La fitta nebbia gli rendeva impossibile andare avanti per quella strada. Il cammino si faceva pericolo e il freddo lo bloccava. Austin di lì a poco avrebbe perso la vita, ma non prima di scrivere un’ultima frase, forse un messaggio nella speranza che qualcuno trovasse il suo diario: “Ho 22 anni e non dimenticherò mai questo giorno. La vita è bella, esci e VIVI”. Questo, d’altronde, era il carattere di Austin. Un ragazzo sempre pronto a sorridere, così come lo racconta il padre: “Era una delle persone migliori che conoscessi, il migliore amico del suo fratellino. Aveva sempre un sorriso sul viso. Non posso esprimere a parole quello che stiamo attraversando in questo momento”.