Influenza, oltre 5 milioni di italiani già a letto: il picco è atteso a fine mese. E intanto aumentano i timori per nuovi virus
L’inverno si è ormai imposto con il suo carico di freddo e acciacchi. L’Italia, come accade ogni anno, è alle prese con i virus dell’influenza che hanno già costretto a letto più di cinque milioni di persone, coinvolgendo tutte le fasce d’età, con un impatto particolarmente forte sui bambini. Tuttavia, il picco stagionale non è ancora stato raggiunto.
Le temperature miti che hanno caratterizzato la prima parte dell’inverno hanno contribuito a ritardare la diffusione massima, a differenza dello scorso anno, quando il picco si era registrato già a metà gennaio. La vera novità di questa stagione influenzale, rispetto al 2024, è rappresentata dalla compresenza di diversi virus respiratori, nessuno dei quali sta predominando sugli altri.
“Al momento, la diffusione della malattia è inferiore rispetto alle previsioni di inizio stagione“, spiega il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano, nonché Direttore scientifico dell’Osservatorio Virusrespiratori.it.
“Non si è verificata la prevalenza del virus che temevamo maggiormente, ovvero l’H3N2 di origine australiana. Attualmente osserviamo una co-circolazione di questo virus e dell’A/H1N1, che provoca effetti meno gravi. A complicare il quadro, però, ci sono altri virus respiratori come il sinciziale, l’adenovirus e il Covid, che nonostante una minore aggressività rispetto al passato è ancora presente. Con l’imminente riapertura delle scuole e l’arrivo di un’ondata di gelo, prevediamo un aumento dei casi di malattie simil-influenzali, con il picco atteso entro la fine di gennaio“.
A tenere alta l’attenzione c’è anche il metapneumovirus umano (Hmpv). Nelle ultime settimane è stato infatti registrato un preoccupante aumento di casi nella Cina settentrionale, soprattutto tra i bambini sotto i 14 anni. Si tratta di un virus trasmissibile principalmente tramite goccioline respiratorie o contatto con superfici contaminate. Questo può provocare infezioni gravi come bronchiti e polmoniti negli anziani, nei bambini molto piccoli e nelle persone immunodepresse.
Non è finita, perché un altro segnale di allarme è appena arrivato dagli Stati Uniti, dove si è verificato il primo decesso legato al virus dell’influenza aviaria A (H5N1). La vittima è un uomo di 65 anni contagiato probabilmente da un volatile domestico.
Insomma, sono previsti quindi sempre più casi influenzali. Ecco perché si raccomanda di rispettare semplici ma efficaci regole, come il riposo, l’idratazione, e un uso responsabile dei farmaci, evitando in particolare gli antibiotici senza prescrizione.
Anche le abitudini adottate durante la pandemia di Covid-19 possono rivelarsi ancora una volta fondamentali. Mascherine in ambienti chiusi, igienizzazione delle mani e distanziamento sociale non dovrebbero essere considerati solo strumenti d’emergenza, ma parte integrante del nostro quotidiano.
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