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Cronaca

Nonna “record” fa causa a Poste Italiane: svelato il motivo

Una nonna da “record” decide di fare causa a Poste Italiane: svelato il motivo di questa vicenda 

Una vicenda che, nel giro di pochissimo tempo, ha fatto immediatamente il giro della città. D’altronde non potrebbe essere altrimenti visto che si tratta di una vicenda che non si verifica affatto tutti i giorni. Protagonista una nonna da “record” visto che ha compiuto la bellezza di 110 anni. Si tratta di Anna L., classe 1913 nativa di Lanciano (provincia di Chieti) ma che da anni vive a Roma. Cosa è successo? La donna ha ritrovato un buono postale fruttifero dal valore di 25 milioni delle vecchie lire.

Nonna fa causa a Poste Italiane (Pixabay Foto) Cityrumors.it

Una scoperta avvenuta per caso nella casa di famiglia. Ovviamente non ha voluto perdere altro tempo ed ha deciso di rivolgersi alle Poste. Solamente che la risposta è stata del tutto negativa. Motivo? Si tratta di un buono prescritto. Morale della favola: nessun aiuto e niente rimborso. Arrendersi? Neanche per sogno visto che vuole continuare la propria battaglia. Tanto da affidarsi all’Associazione Gustitalia.

Trova buono di 25 milioni di lire, nessun rimborso: nonna fa causa a Poste italiane

Cosa sappiamo di questo buono? E’ stato emesso il 19 maggio del 1987. Con un calcolo degli interessi, effettuato dalla stessa associazione, adesso varrebbe la bellezza di 195mila euro. D’altro canto, però, Poste Italiane in primis afferma che si tratta di un buono prescritto e che (in ogni caso) la valutazione varrebbe poco più di 110mila euro. Di arrendersi non ne hanno alcuna intenzione neanche l’associazione che ha sposato la causa della nonnina.

Poste Italiane (Ansa Foto) Cityrumors.it

Questo il comunicato ufficiale emanato: “Per quanto concerne la prescrizione, il BPF non risulta affatto prescritto. Infatti l’art. 2935 c.c. statuisce che la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Il giorno iniziale di decorrenza della prescrizione coincide con il giorno del ritrovamento del Titolo di credito in quanto precedentemente la titolare non era nemmeno a conoscenza dell’esistenza dello stesso e, quindi, di certo, non si sarebbe potuta attivare per la riscossione“.

Non si è fatta attendere neanche la pronta risposta da parte di Poste Italiane: “Poste ritiene di applicare tale metodologia di calcolo sulla base dell’articolo 7 comma 3 del Dm 23 giugno 1997, ma tale norma precisa semplicemente che sul montante dei Buoni Serie Q gli interessi continueranno a essere applicati annualmente al netto della ritenuta fiscale“. La nonnina, però, non si arrende ed ha deciso di presentare ricorso per decreto ingiuntivo davanti al Giudice di Pace di Roma.

Cristiano

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