Aggiornamento sui livelli essenziali di assistenza: un nuovo elenco di cure gratuite assistenziali dal 30 dicembre. Tutte le novità.
A fine anno si aggiornano, come di consueto, i livelli essenziali di assistenza. Meglio conosciuti come LEA: l’elenco di servizi e prestazioni che il Sistema Sanitario Nazionale è tenuto a fornire in modo gratuito. L’aggiornamento delle tariffe e delle successive prestazioni gratuite arriva dopo 28 anni dall’ultima revisione, con un investimento complessivo di circa 550 milioni di euro.
Si torna a parlare di endometriosi e disturbi alimentari per poi arrivare a trattare argomenti come la procreazione medicalmente assistita: il nuovo nomenclatore allarga anche la rete di cura nazionale attraverso patologie troppo spesso sottovalutate. Si garantisce, quindi, su tutto il territorio nazionale assistenza gratuita (con relative procedure burocratiche) per determinate situazioni acclarate e facenti parte ormai del quotidiano di una nazione come l’Italia.
La situazione va a scontrarsi con un altro tema abbastanza delicato: l’autonomia differenziata. In queste settimane si sta vagliando la possibilità di un referendum per abolire il provvedimento. La maggioranza di Governo vorrebbe evitarlo, ma la popolazione ha raccolto il numero di firme sufficiente per sottoporre all’attenzione istituzionale una chiamata referendaria.
Quello che non torna è inerente alle disparità – sul piano regionale – delle prestazioni sanitarie. Le istituzioni hanno assicurato che stanno lavorando per ridurre questo gap, che si verifica in special modo fra nord e sud, in maniera definitiva. L’aggiornamento del nomenclatore è un primo passo: non veniva aggiornato dal 2017.
Ora in elenco troviamo patologie come endometriosi, celiachia, fibromialgia, PMA e disturbi del comportamento alimentare. In tal senso sono state realizzate anche iniziative ad ampio spettro nel corso di giornate dedicate. Necessarie ad accendere i riflettori su situazioni che, oramai, non sono più una sorpresa.
L’adeguamento dei LEA prevede anche incentivi di tipo tecnico e tecnologico alle strutture ospedaliere. Anche questo è stato chiesto all’interno dell’ultimo sciopero generale della categoria. Al momento 12 regioni su 21 non riescono, nella maggior parte dei casi, a fornire i livelli essenziali di assistenza. Da questa certezza derivano anche i numerosi “viaggi della salute” che numerosi pazienti sono costretti a fare per essere curati.
Le spese delle trasferte obbligate vanno abbattute, ma non è semplice – attualmente – stilare una lista di temi da cui partire. La priorità, attualmente, è quella di annoverare le nuove patologie a disposizione dei LEA. In seconda battuta, probabilmente dopo il prossimo 30 dicembre, si comincerà a ragionare sulla garanzia e l’effettuazione di determinate prestazioni.
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Fermento sul piano sanitario, sociale e politico per una Sanità chiamata ulteriormente al salto di qualità per evitare il divario tra pubblico e privato. La salute resta un diritto, il dovere è renderlo accessibile a tutti.
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