Il governo Meloni aggiorna il Piano Nazionale Pandemico: niente restrizioni generalizzate, più coordinamento tra Stato e Regioni.
Dopo le polemiche sulla gestione del Covid-19, l’esecutivo ha lavorato a un documento che promette un approccio più bilanciato tra sicurezza sanitaria ed economia.
L’Italia si prepara a gestire le future emergenze sanitarie con un nuovo Piano Pandemico, aggiornato dal governo Meloni e ora al vaglio della Conferenza Stato-Regioni. L’obiettivo dichiarato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, è chiaro: “Saranno tutelate le libertà e i cittadini”.
Il nuovo Piano Nazionale Pandemico: cosa cambia
Un cambio di rotta netto rispetto al passato, con l’eliminazione dei DPCM e un focus sulla prevenzione mirata, senza lockdown generalizzati. Il nuovo piano prevede: niente DPCM e restrizioni generalizzate. Si punta su misure più flessibili e su un maggiore coinvolgimento del Parlamento.
Strategia vaccinale mirata che vedrà potenziati i vaccini specifici per gruppi a rischio, evitando campagne di immunizzazione di massa indiscriminate. Ruolo centrale delle Regioni: più autonomia per le amministrazioni locali nel modulare la risposta alle emergenze, con una cabina di regia nazionale per il coordinamento.
Ultimo, ma non meno importante, incentivare gli investimenti nella sanità territoriale. Si lavorerà per il potenziamento delle strutture locali per evitare il sovraccarico degli ospedali. Questo andrà di pari passo al monitoraggio continuo delle minacce sanitarie.
Il dibattito è aperto: la Conferenza Stato-Regioni dovrà ora esaminare il piano e proporre eventuali modifiche prima della sua definitiva approvazione. La domanda resta: sarà sufficiente per affrontare una futura emergenza sanitaria senza ripetere gli errori del passato?
