Obesità: ecco la pillola che vibra nello stomaco e fa sentire sazi

E’ stata sperimentata con successo una pillola vibrante che stimola le terminazioni nervose dello stomaco e comunica al cervello che è ora di smettere di mangiare

Un gruppo internazionale di ricercatori ha messo a punto una pillola “vibrante” che, una volta ingerita, stimola le terminazioni nervose dello stomaco e comunica al cervello che è ora di smettere di mangiare. A proporre questa nuova strategia, sviluppando questo nuovo ingegnoso sistema, è un gruppo internazionale di scienziati, guidato da Shriya Srinivasan, ingegnere biomedico dell’Università di Harvard e da Giovanni Traverso, gastroenterologo e ingegnere biomedico del Massachusetts Institute of Technology. 

Ecco il rimedio contro l’obesità – Cityrumors.it –

 

L’obesità è una patologia che colpisce circa 800 milioni di persone in tutto il mondo, con altri milioni a rischio di svilupparla. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la prevalenza dell’obesità in tutto il globo è triplicata tra il 1975 e il 2016, interessando non solo i paesi più ricchi, ma anche quelli meno abbienti e in via di sviluppo.

Un rimedio ingegnoso

L’obesità costituisce una delle principali problematiche di salute pubblica a livello mondiale, la cui incidenza risulta in aumento sia nei Paesi occidentali che in quelli a basso-medio reddito. Oggi vi convivono 800 milioni di persone, di cui 6 milioni in Italia, con conseguenze mediche che si calcola arriveranno ad avere un costo globale di 1.000 miliardi di dollari entro il 2025 e si prevede che l’obesità infantile aumenterà del 60% nel prossimo decennio, raggiungendo i 250 milioni di individui entro il 2030. Adesso alcuni ricercatori internazionali hanno messo a punto un sistema rivoluzionario quanto semplice e ingegnoso, la pillola che vibra e che crea così una sensazione di sazietà. Si chiama Vibes, acronimo di Vibrating Ingestible BioElectronic Stimulator (in italiano Stimolatore BioElettronico Vibrante Ingeribile) e ha le dimensioni di una grande compressa vitaminica. Per testarla, i ricercatori hanno coinvolto un gruppo di maiali a cui è stata somministrata la pillola circa mezz’ora prima del pasto. Dopo 30 minuti dalla somministrazione, quindi, i ricercatori hanno osservato che gli animali avevano mangiato in media quasi il 40% in meno di cibo nella mezz’ora successiva rispetto a quando non avevano ingerito il dispositivo e, inoltre, successivamente prendevano peso più lentamente.

La pillola anti obesità – Cityrumors.it –

 

Ad oggi nessuna controindicazione

La ricerca, pubblicata su Science Advances, potrebbe avere importanti ripercussioni sui problemi dell’obesità nel mondo. Gli studiosi spiegano di aver progettato la pillola, quindi un dispositivo ingeribile, “per attivare i meccanorecettori e i recettori della mucosa dell’ictus, che induce il rilascio di serotonina e produce una risposta metabolica ormonale commisurata allo stato di alimentazione”. In poche parole, la pillola illude il cervello. Agisce, infatti, su specifici meccano-recettori dello stomaco, responsabili dello stiramento delle pareti gastriche, in modo tale da simulare la presenza di cibo. In questo modo vengono inviati, attraverso la stimolazione del nervo vago, segnali all’ipotalamo, responsabile dell’aumento dei livelli di vari ormoni che danno origine a una sensazione di pienezza e della diminuzione di quelli che provocano sensazioni di fame. Per ora non sembrano esserci controindicazioni anche se i test sono stati effettuati soltanto su dei suini. “Terapie efficaci per l’obesità richiedono interventi chirurgici ed endoscopici invasivi o un’elevata aderenza da parte del paziente, rendendo difficile per i pazienti con obesità gestire efficacemente la loro malattia, si legge nello studio. “Il nostro studio dimostra l’efficacia di un intervento a basso costo e non invasivo per ridurre l’assunzione di cibo e il consumo calorico“, ha concluso Giovanni Traverso, autore della ricerca. “Il dispositivo funziona efficacemente nello stomaco e induce sazietà, offrendo un approccio alternativo e potenzialmente sinergico ad altre terapie oggi disponibili”.

 

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