In Italia 4 milioni di persone soffrono di obesità, una condizione legata a 12 tipi di cancro.
Uno stile di vita sano non è solo una scelta estetica, ma una necessità per la salute. Alimentazione equilibrata, attività fisica regolare e controlli medici periodici possono fare la differenza nella prevenzione di molte patologie. Tuttavia, in Italia, il problema dell’obesità sta assumendo dimensioni preoccupanti: secondo l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), oggi 4 milioni di persone ne soffrono, pari al 10% della popolazione adulta.
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Per contrastare questa emergenza, serve un’azione decisa da parte di istituzioni, medici e cittadini. È fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della prevenzione, educare la popolazione a stili di vita sani e garantire l’accesso a percorsi di supporto personalizzati per chi soffre di obesità.
L’allarme degli esperti: l’obesità è un grave fattore di rischio
L’obesità non è solo una questione di peso in eccesso, ma una vera e propria condizione patologica con conseguenze gravi. L’AIOM ha lanciato un allarme chiaro: il sovrappeso e l’obesità sono associati all’aumento del rischio di ben 12 tipi di tumore, tra cui quelli a seno, colon, pancreas, rene e fegato.
L’accumulo di grasso in eccesso porta a un’infiammazione cronica dell’organismo, alterazioni ormonali e un maggiore stress ossidativo, tutti fattori che favoriscono lo sviluppo e la progressione delle cellule tumorali. Il reale problema della prevenzione dice che solo il 43% delle persone obese, riesce a ricevere adeguati consigli.
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Nonostante il legame tra obesità e tumori sia ormai chiaro, il supporto medico per chi soffre di questa patologia è ancora insufficiente. Solo il 43% delle persone obese riceve indicazioni adeguate per affrontare il problema, spesso per mancanza di percorsi strutturati e per una sottovalutazione della gravità della situazione da parte degli stessi pazienti.
L’obesità, infatti, non è percepita sempre come una malattia, ma come una condizione modificabile con la sola forza di volontà, sottovalutando la necessità di un approccio medico multidisciplinare.