Le ultime vicende che hanno sconvolto l’Olanda e Amsterdam in particolare al termine della partita di Europa League tra la squadra di casa e il Maccabi Tel Aviv, hanno avuto pesanti ripercussioni
Probabilmente in pochi se ne sono resi conto, forse perchè non se ne era a conoscenza, ma il trattato di Shengen, per la libera circolazione dei cittadini europei tra una nazione e l’altra, sta venendo meno in alcuni paesi europee. Uno dei capisaldi dell’Europa unita sta crollando per motivi di sicurezza interna che però non erano stati tirati in ballo come motivazione neanche dopo i terribili famosi attentati di Parigi e Bruxelles del 2015 e 2016.
L’area Schengen è una zona di libera circolazione senza controlli alle frontiere interne, istituita il 14 giugno 1985 con l’accordo che prende il nome dall’omonima cittadina lussemburghese in cui venne sottoscritto da Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi. Lo spazio Schengen, nel corso degli anni, si notevolmente allargato e attualmente composto da 26 paesi, di cui 22 membri dell’Unione europea e quattro non membri (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).
La decisione unilaterale di impedire ai tifosi della Lazio di seguire la propria squadra del cuore nella trasferta olandese di Amsterdam contro l’Ajax, per la partita valida per la quinta giornata della fase campionato dell’Europa League, ha di fatto quasi creato un caso diplomatico. La sindaca Femke Halsema della città dei tulipani, insieme al Commissario e al Prefetto, ha emesso nella serata di ieri un comunicato dove si dichiaravano persone non gradite i tifosi della squadra biancoceleste causa alcuni precedenti di carattere antisemita di cui si erano resi protagonisti negli anni precedenti.
Un divieto illogico e anticostituzionale perchè di fatto impedisce addirittura di entrare in Olanda semplicemente per scopi turistici. Una motivazione sorprendente che ha lasciato spiazzati non soltanto intere famiglie di tifosi che avevano prenotato con largo anticipo, ma anche la stessa società del presidente Lotito fino alla UEFA che questa volta non aveva preso provvedimenti di chiusura sulla trasferta per la tifoseria ospite.
Una decisione, quella presa dal primo cittadino di Amsterdam, probabilmente figlia dei gravissimi disordini accaduti nella notte tra il 7 e l’8 novembre scorso al termine dell’incontro di calcio tra l’Ajax e il Maccabi Tel Aviv. I tifosi israeliani sono rimasti vittime di un’autentica caccia all’uomo da parte di presunti militanti filopalestinesi, conclusa con decine di tifosi ospiti all’ospedale e 62 persone arrestate, tanto da costringere il primi ministro di Israele Benjamin Netanyahu, ad organizzare un ponte aereo per rimpatriare in tutta fretta i propri compatrioti.
Dopo quella terribile notte, Amsterdam è stata dichiarata dalle autorità “area a rischio sicurezza”, decisione che ha fatto seguito a quella ben più importante di sospenderà gli accordi di Schengen e reintrodurrà per sei mesi i controlli alle frontiere. Dal 9 dicembre quindi viene meno quel trattato che da 40 anni aveva di fatto cambiato il nostro modo di viaggiare con i Paesi Bassi, che all’epoca furono proprio tra i primi firmatari dell’intesa. Un’illusione, quella dell’Europa unita, che sta subendo sempre più picconate in questi ultimi tempi.
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