La criminalità ha interesse a controllare le prossime elezioni e si è resa protagonista di una lunga serie di attentati verso i candidati: “Molti abbandonano per paura”
Minacce, estorsioni, rapimenti, omicidi e dichiarazioni al veleno. Le prossime elezioni sono state accompagnate da una lunga serie di eventi criminali che hanno portato gli esperti a definirle “le elezioni più sanguinose di sempre”. Molti tra i candidati sono stati oggetto di intimidazioni (nel migliore dei casi) o di vere e proprie aggressioni. Alcune concluse in modo drammatico.
Il Paese è scosso: a livello nazionale e locale, saranno numerose le sfide incrociate tra i vari rappresentanti della destra e della sinistra. I milioni di elettori chiamati alle urne dovranno scegliere il nome del prossimo Presidente e diversi governatori. Per molti si tratterà delle elezioni più importanti della storia del Paese. Un viatico fondamentale per il futuro di uno stato che da anni combatte con la criminalità organizzata ed è stato protagonista di numerose vicissitudini, che hanno portato divisioni e lotte intestine.
Il Messico guarda al futuro con ansia: da una parte la voglia di rinnovamento, dall’altra la preoccupazione per gli ultimi drammatici eventi. Le numerose sfide elettorali che caratterizzeranno i prossimi mesi, hanno portato sussulti e proteste. A livello politico-istituzionale e a livello di ordine pubblico. A sfidarsi per il controllo del Paese e per il ruolo di Presidente saranno due donne: Claudia Sheinbaum Pardo, ex sindaco di Città del Messico, se la vedrà con Xochtil Galvez, candidata dalla destra. Ma se i politici si danno battaglia, c’è una forte parte del Paese che sta minacciando gli organi istituzionali, con delitti e attentati.
Numerosi i candidati locali che sono stati colpiti dalla criminalità organizzata. Alla base di questi attentati, secondo i media locali, ci sarebbe la preoccupazione da parte dei cartelli della droga, di un cambiamento dell’attuale forma di controllo dello spaccio. Secondo gli esperti, queste potrebbero essere le elezioni più sanguinose di sempre. Julián López, coordinatore del partito Movimento Cittadino nello stato meridionale di Guerrero, ha vissuto in prima persona questa situazione: alcuni uomini armati di fucile hanno rapito lui e due colleghi mentre stavano guidando per le vie del Paese. Il 43enne López è stato picchiato, spogliato dei suoi averi, costretto a inginocchiarsi vicino a una discarica remota e infine abbandonato nel cuore della notte. Due aspiranti sindaci della città di Maravatio, nel vicino stato di Michoacan, non sono stati così fortunati. Sono stati uccisi da uomini armati a poche ore di distanza l’uno dall’altro lunedì. Uno apparteneva al partito di governo Morena del presidente Andrés Manuel López Obrador, l’altro al partito conservatore Azione Nazionale. Un terzo candidato sindaco di questa città è stato rapito e trovato morto a novembre.
Le elezioni sono state macchiate dal sangue. Troppi gli episodi che hanno coinvolto i candidati: il 10 febbraio, un candidato al Congresso per il partito Morena nel vasto sobborgo di Città del Messico di Ecatepec è stato colpito mortalmente in strada insieme al fratello. Avrebbe ricevuto minacce da un sindacato locale. Un mese prima, il 5 gennaio, era stato ucciso il leader locale del Partito Rivoluzionario Istituzionale e candidato sindaco di Suchiate, in Chiapas. Lo stesso giorno, nello stato nord-occidentale di Colima, un candidato sindaco del partito Movimento Cittadino ad Armeria è stato colpito da uomini armati mentre si trovava nel suo veicolo. López, il candidato di Guerrero, da quando è stato rapito si è rifiutato di viaggiare in veicoli blindati con sicurezza armata. “Che effetto farà vedere un leader che si muove nello Stato di Guerrero con funzionari armati e in auto blindate?”, ha chiesto. “Non credo che questo sia il modo di avvicinarsi alla gente o di promuovere la partecipazione dei cittadini”.
Sono migliaia i candidati locali che vivono nella preoccupazione di subire attentati: oltre alle elezioni presidenziali infatti, il prossimo due giugno si andrà al voto in 32 giurisdizioni, con oltre 200.000 posti in palio. Le autorità federali hanno aumentato la sicurezza nei confronti dei candidati nazionali. Ma i politici che si sono candidati alle elezioni locali non hanno nessuna garanzia. E in quelle zone i cartelli della droga hanno gli interessi maggiori. Il gruppo Data Civica ha contato 30 attacchi a candidati politici e funzionari di partito da settembre – quando la maggior parte ha iniziato le attività pre-campagna – al 10 febbraio. Il suo portavoce, Itxaro Arteta, si è detto “preoccupato” dopo aver registrato otto attacchi a pre-candidati nel mese di gennaio, più del doppio di quanto visto in quel mese dal 2018. Il politologo Manuel Pérez Aguirre coordina la ricerca del Seminario Violenza e Pace del Collegio del Messico sulla violenza elettorale. La loro indagine sull’uccisione di 32 candidati locali alle elezioni del 2021 ha rilevato che la violenza elettorale letale è “prevalentemente locale, perché l’85% delle vittime era in corsa per cariche comunali”. “Il potere locale è estremamente importante per la criminalità organizzata”, ha detto Pérez Aguirre. “È per questo che cercano di stabilire il controllo a livello comunale“.
I politici locali sono stati attaccati perchè più vulnerabili. L’attuale presidente messicano ha sciolto la polizia federale ed ha ricreato la Guardia Nazionale quasi militare, nella speranza di aumentare la sicurezza. Ma i numeri non sono dalla sua parte. I cartelli sono riusciti spesso ad avere la meglio, intensificando i loro attacchi e arrivando al cuore delle rappresentanze politiche: “Il potere locale è stato davvero abbandonato e la polizia municipale non è stata davvero rafforzata”, ha detto Pérez Aguirre. All’inizio di questa settimana, l’attuale presidente ha respinto le preoccupazioni di una crescente violenza elettorale dopo gli omicidi di Maravatio. “La stessa tendenza al calo dei crimini continuerà, soprattutto degli omicidi”, ha detto, confermando che il governo federale proteggerà i candidati alla presidenza, al governo e al Congresso, e ha chiesto ai governi statali e locali di garantire la sicurezza di coloro che si candidano alle cariche locali.
Guillermo Valencia, presidente del Partito Rivoluzionario Istituzionale di Michoacan, ha dichiarato sabato: “Quattro candidati si sono già dimessi e sto lottando per trovare candidati in altre corse”. Lazaro Cardenas, un altro candidato al Congresso, ha già chiesto protezione. A Maravatio, dove i tre potenziali candidati di altri partiti sono già stati uccisi, i principali partiti hanno deciso di trovare un candidato unico, che unisca maggioranza e opposizione, in risposta agli attacchi subiti e alla democrazia, che risulta sempre più minacciata. Un recente rapporto pubblicato dalla polizia ha evidenziato come in alcune zone del Paese il rischio di interferenze della criminalità organizzata nelle elezioni era più elevato a causa dell’accumulo di mercati illegali, dei conflitti tra gruppi armati e della debolezza dello Stato di diritto. I cartelli si sono diversificati oltre il commercio di droga. Estorcono pagamenti di protezione a imprese di ogni dimensione e persino alle amministrazioni locali. Esercitano la loro volontà non solo attraverso omicidi politici, ma anche finanziando le campagne dei candidati che permettono loro di operare o addirittura presentando i propri candidati, secondo il rapporto di Integralia.
Marko Cortés, presidente nazionale del Partito d’Azione Nazionale, ha chiesto una maggiore sicurezza federale per i partecipanti alle elezioni, condannando l’uccisione del candidato del suo partito a Maravatio questa settimana. “Non è possibile che uccidano candidati di partiti diversi”, ha detto. “Nessuno li protegge, non ci sono mappe di rischio, non ci sono protocolli o meccanismi di sicurezza e l’indifferenza di chi governa ora continua”. A causa delle violenze, almeno due candidati del suo partito hanno abbandonato la corsa alle elezioni di giugno. López ha rifiutato di dire dove per timore della loro sicurezza. Ma López, che è sopravvissuto al suo rapimento, ha rifiutato di arrendersi. “Non possiamo assolutamente arrenderci, non possiamo rinunciare”, ha detto. “Quelli di noi che credono che le cose possano migliorare devono continuare a lavorare”.
L'ISEE rappresenta un elemento molto importante per poter accedere a tanti benefici ed a bonus.…
La coppia, sposata da pochi mesi, ha raccontato nel salotto di Fabio Fazio come è…
L'ex schermitrice in esclusiva ai nostri microfoni a margine del premio Beppe Viola: "Un onore…
Un'annata semplicemente strepitosa, da campioni del mondo sia nel tennis maschile sia in quello femminile,…
Camilleri torna in libreria con un romanzo postumo che raccoglie una serie di lettere scritte…
È arrivata la sentenza nei confronti di Alessandro Impagnatiello, che aveva ucciso l'ex fidanzata Giulia…