Sono ormai trascorsi diversi anni dalla tragedia di Garlasco e dalla condanna di Alberto Stati. Una nuova persona è finita nel mirino degli inquirenti
Alberto Stasi non ha ucciso Chiara Poggi? Questa è una domanda che ha tenuto banco per diverso tempo ed ora improvvisamente è stata riproposta. A distanza ormai di diciotto anni dall’omicidio della giovane di Garlasco una svolta improvvisa e inaspettata che potrebbe scagionare l’ex fidanzato della vittima.

Come riferito dal TG1, nel mirino degli inquirenti è finito un’altra persona. Non un nome nuovo in questa indagine anche se ai tempi alla fine era stato definitivamente scagionato. Ora la decisione di inviare un nuovo avviso di garanzia e sottoporlo al test del DNA per capire un suo eventuale coinvolgimento. L’accusa è quello di omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Stasi. Ma su questo per il momento gli inquirenti preferiscono mantenere il massimo riserbo almeno fino a quando non hanno delle prove certe.
Chi è il nuovo indagato
Era la mattina del 13 agosto 2007 quando in una villetta di Garlasco veniva uccisa Chiara Poggi. A trovare il corpo e dare l’allarme è stato Alberto Stasi. I sospetti si sono subito concentrati proprio sul fidanzato della giovane. Nonostante i suoi tentativi di dichiararsi innocente, le indagini hanno portato al suo rinvio giudizio e ad una condanna definitiva a 16 anni di reclusione. Ora, però, a sorpresa la svolta che potrebbe cambiare la posizione anche dell’unico indagato.
È ritornato nel mirino degli inquirenti Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Non è assolutamente un nome nuovo per gli inquirenti. L’uomo, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni, è stato già indagato in passato su un sollecito da parte dei legali di Stasi sul Dna ritrovato sotto le unghie di Chiara. Alla fine, però, si è deciso di archiviare la sua posizione.

Ora, però, l’utilizzo di nuovi metodi e tecniche di ultima generazione l’amico del fratello di Chiara è ritornato ancora una volta sul registro degli indagati. L’uomo ha ricevuto un avviso di garanzia e nei prossimi giorni si dovrà presentare in caserma per svolgere coattivamente il test del Dna. Una decisione presa dopo che, come riferito dal suo difensore, Sempio si era rifiutato di effettuare l’esame su richiesta da parte della Procura. L’accusa, come spiegato in precedenza, è quella di omicidio in concorso con ignoti o magari anche con Stasi.