Ha accoltellato a morte Manuel Mastrapasqua nella notte tra il 10 e l’11 ottobre e oggi l’ha confessato. Chi è Daniele Rezza
Davanti alla pm Letizia Ruggeri e ai Carabinieri ha confessato di essere l’autore dell’omicidio di Manuel Mastrapasqua, il 31enne che viveva a meno di un chilometro da casa sua e che ha perso la vita nella notte tra il 10 e l’11 ottobre a causa di un fendente al torace. Le telecamere in zona ci sono, ma non hanno ripreso tutto: il punto delle indagini.
Dalle immagini visionate dagli uomini che stanno indagando sull’omicidio di Rozzano emerge che Daniele Rezza era in zona quella sera e che, soprattutto, oltre a lui c’erano anche due uomini, in scooter, che molto probabilmente hanno assistito all’omicidio, pur non essendosi ancora fatti avanti. Attirati da un rumore, li si vede invertire improvvisamente il senso di marcia, poi vedere una pattuglia dei carabinieri e scappare: utile, a questo punto delle indagini, la loro testimonianza, quindi li si sta cecando. Nel frattempo, però, Daniele Rezza ha confessato: ecco chi è e cos’ha detto.
Le telecamere presenti nella zona in cui è avvenuto l’omicidio, come abbiamo detto, hanno ripreso il passaggio di Daniele Rezza e quello del motorino con i due eventuali testimoni ancora da indentificare, ma non hanno inquadrato il momento del raid omicida. Le prove, però, potrebbero esserci lo stesso: in quegli stessi istanti, il 31enne che ha perso la vita stava camminando verso casa e stava inviando una nota vocale alla sua fidanzata. Quel messaggio, però, non è mai stato inviato.
Gli inquirenti ipotizzano quindi che il cellulare di Mastrapasqua possa aver registrato la frase “Dammi qualcosa?” pronunciata da Daniele Rezza e le successive fasi che hanno poi portato all’omicidio del magazziniere 31enne. Di quest’audio, però, al momento non c’è traccia.
Il 19enne oggi reo confesso dell’omicidio di Mastrapasqua era già noto alle forze dell’ordine per aver tentato il furto di un motorino un paio di anni fa, nonché per una rapina sui Navigli effettuata invece quand’era già maggiorenne. Interrogato dalla pm Maria Letizia Mocciaro, che coordina le indagini degli investigatori dell’Arma di via Moscova con la guida del colonnello Antonio Coppola, ha detto di non aver visto sangue nel momento in cui ha colpito il 31enne e, quindi, di non essersi accorto di averlo ucciso. Il referto medico, però, parla di morte per shock emorragico, quindi questa sua testimonianza potrebbe non essere ritenuta credibile.
In mattinata, il 19enne si è presentato con il suo avvocato Maurizio Ferrari di fronte al gip Domenico Santoro per l’interrogatorio di convalida: l’accusa è di omicidio aggravato da futili motivi, dalla rapina delle cuffie wireless e dalle circostanze di tempo tali da ostacolare la difesa della vittima, poiché era notte.
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