L’amica di Sara Centelleghe aveva appuntamento con Jashan Deep Badhan. Parlano gli SMS: cosa si sono scritti
Si sono scambiati un paio di telefonate intorno alle 23,25 e, alle 00:30, una serie di SMS. Stiamo parlando di Jashan Deep Badhan, il killer di Sara Centelleghe e dell’amica della 18enne che era con lei quella sera nell’appartamento che la vittima condivideva con la madre in via Nazionale, a Costa Volpino, in provincia di Bergamo. Poco dopo gli ultimi messaggi, l’omicidio che sta sconvolgendo tutt’Italia: la 18enne è stata uccisa con 30 forbiciate alla testa e al volto.
Al momento non si sa quale fosse il motivo per cui il killer 19enne e la 17enne si fossero dati appuntamento quella sera stessa né si sa perché poi la nottata sia culminata con l’omicidio di Sara. Ecco cosa si sono detti per messaggio e cosa poi è successo.
“Sei sotto?” avrebbe scritto la ragazza a Jashan, ricevendo una risposta affermativa. Sarebbe stato quello il motivo per il quale l’amica di Sara Centelleghe sarebbe uscita dall’appartamento di via Nazionale e sarebbe andata in strada. In mano aveva le chiavi che avrebbe poi usato per riaprire il portone al ritorno ma, uscendo di casa dell’amica, non ha dato alcuna mandata di chiusura. Nel frattempo che la 17enne scendeva con l’ascensore, Jashan saliva al terzo piano percorrendo le scale: secondo chi indaga, i due non si sono incontrati per pura fatalità.
Non si sa, quindi, se Badhan non abbia visto la 17enne per strada e, quindi, abbia deciso di salire a piedi per raggiungerla nell’appartamento di Sara Centelleghe o se invece puntasse direttamente a quest’ultima. Il ragazzo, comunque, sapeva che la mamma della 18enne non fosse in casa, poiché gliel’aveva detto la 17enne con cui si era sentito al telefono.
Badhan, comunque, ha confessato l’omicidio della vicina di casa e non si esclude che, nei prossimi interrogatori, gli investigatori gli chiedano ulteriori dettagli e spiegazioni, soprattutto per colmare i buchi della vicenda che ancora non sono chiari. Quando lui si è introdotto nell’appartamento, la 18enne dormiva e, al risveglio, se l’è trovato davanti: “Chi sei?”, avrebbe chiesto, conoscendolo solo di vista. A quel punto sarebbero scattati i pugni e le percosse, fino al ritrovamento di quella forbice da cucina con la quale avrebbe inferto 30 colpi (almeno) alla ragazza.
Durante l’aggressione anche il ragazzo si è ferito alla mano e, quando i Carabinieri di Clusone l’hanno convocato come testimone alle 8.45 di sabato mattina ha detto loro una scusa in merito a quella ferita, spiegando di essersi fatto male a lavoro. “Non so perché l’ho fatto” dice in merito all’omicidio di Sara Centelleghe, ammettendo di aver bevuto quella sera. Ai Carabinieri, però, qualcuno ha anche parlato di cocaina, sebbene al momento si tratti solo di voci e di ipotesi.
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