Gonfiato di botte dal patrigno, le sue maestre lo salvano dalla furia dell’uomo: intervengono i carabinieri
Un vero e proprio incubo quello che doveva subire il piccolo. Preso continuamente di mira da parte di chi avrebbe dovuto prendersi cura di lui e non trattarlo nel peggiore dei modi possibili. Un 39enne, di origine moldava, G.C, gli riservava le peggiori punizioni come: pugni, calci, frustate con la cintura oppure con un filo elettrico. Tutto nei confronti del figlio della compagna. Motivo? Non riconosce il bambino come suo e quindi ha ben pensato di ridurlo così.
In questo momento il piccolo si trova nel reparto di pediatria di Padova. Una settimana fa era stato portato, in maniera anche abbastanza urgente, all’ospedale ‘Piove’ di Sacco. Secondo quanto riportato da alcune fonti e media locali pare che l’uomo abbia iniziato a picchiare il figliastro dal mese di giugno fino ad arrivare a quello di settembre. La prognosi è di 20 giorni, ma non sono assolutamente da escludere alcune complicazioni di natura psicologica.
I primi ad accorgersi che qualcosa non stesse andando per il verso giusto sono state le maestre del bambino. Le stesse che si erano accorte di comportamenti molto strani. Tanto è vero che, in un episodio, il piccolo non ha voluto sedersi sulla sedia per via delle tantissime frustate che aveva ricevuto ai glutei. Un dolore allucinante che gli impediva di accomodarsi. In un giorno di ottobre una maestra ha provato ad abbracciarlo, ma anche in quel caso si è rifiutato.
Padova, picchiato continuamente dal patrigno: arrivano i carabinieri
Per via del forte dolore che aveva alle costole. Insospettite la docente ha chiamato alla madre e, di conseguenza, insieme hanno deciso di chiamare una ambulanza del Suem 118. Per il piccolo è stato necessario il trasferimento al pronto soccorso per ulteriori accertamenti. Dopo varie indagini si è scoperto che, a ridurlo in quel modo, era stato il patrigno. Poi la confessione del piccolo alle maestre, affermando che il patrigno lo aveva picchiato perché non obbediva ai suoi ordini.
Quali? Quello di lavare i piatti e pulire il bagno di casa. Se si fosse rifiutato avrebbe avuto moltissime botte. La mamma ha chiamato i carabinieri su mandato della Procura. Le maestre sono state ascoltate dagli inquirenti. I militari dell’arma, insospettiti anche dal comportamento della donna, hanno voluto interrogarla. Quest’ultima ha difeso il compagno: “Mio figlio è caduto dalla bicicletta“. Possibile che abbia mentito per non essere picchiata dal compagno.
Nel frattempo il pm Sergio Dini, titolare delle indagini, nella lista degli indagati ha inserito il nome del moldavo. Le accuse nei suoi confronti sono molto gravi visto che si parla di: maltrattamenti in famiglia e lesioni personali pluriaggravate. La Procura ne ha chiesto l’arresto, ma il Gip Claudio Marassi ha deciso per il divieto di avvicinamento alla vittima e dell’allontanamento dalla casa di famiglia.