Nel giorno in cui si festeggia la giornata Mondiale della Felicità, viene stilata la classifica degli Stati dove i cittadini sono più contenti di vivere: ecco la graduatoria
Da undici anni a questa parte, il 20 marzo, si celebra la Giornata Mondiale della Felicità. Fu istituita nel 2012 attraverso una risoluzione dell‘Assemblea Generale dell’Onu. Lo scopo era quello di promuovere il benessere collettivo di tutte le persone, attraverso delle politiche, proiettate alla ricerca della felicità e dell’umanità. Il tema dell’edizione attuale è: “Felici, insieme”. Un modo per rendersi conto che la felicità duratura è legata alla connessione con gli altri e alla capacità di sentirsi “parte di qualcosa di grande insieme”. A coordinare tutte le manifestazioni di quest’anno è stata Action for Happiness, un movimento no-profit di persone provenienti da 160 Paesi.
La Giornata Mondiale della Felicità ha portato gli organizzatori a stilare una sorta di classifica degli stati dove la popolazione risulta essere più felice. Nazioni che permettono ai cittadini di vivere in serenità con l’ambiente e che regalano condizioni umane e lavorative eccezionali. Leggendo la classifica è facile imbattersi in considerazioni evidenti: molti stati occidentali conosciuti e famosi, non occupano le prime posizione, mentre alcune nazioni meno grandi e meno popolose, si confermano leader.
A regalare una fotografia veritiera della situazione, è stato l’ultimo World Happines Report, pubblicato nelle scorse ore e basato su una serie di sondaggi effettuati in oltre 143 Paesi in tutto il mondo. L’edizione del 2024, ideata dall’alleanza tra la società di sondaggi Gallup, l’Università di Oxford e il Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite, si concentra sulla felicità “attraverso i secoli” analizzando le varie fasi della vita, con un focus sul benessere dei giovani. Cerca di quantificare la felicità in modo che possa poi essere utilizzata dai decisori come indicatore del progresso sociale. Per fare ciò, utilizza indicatori che vanno oltre le tradizionali misure economiche per misurare il benessere in modo soggettivo: attraverso la propria valutazione della vita, delle emozioni positive e negative.
Come si misura la felicità della popolazione di una Nazione: le variabili
Sono sei le variabili chiave che compongono la categoria “valutazione della vita” e influenzano principalmente le valutazioni nazionali della classifica:
- PIL pro capite
- Aspettativa di vita in buona salute
- Avere qualcuno su cui contare
- La libertà di fare scelte di vita
- La generosità dei Governatori
- La corruzione dello Stato
“La classifica si basa esclusivamente sulla valutazione che le persone hanno della propria vita. È un punto di vista soggettivo. E le persone interpretano la loro felicità soprattutto in base a cose che li circondano: la loro famiglia, il loro quartiere, il loro lavoro“, ha detto John F. Helliwell, editore e fondatore del World Happiness Report. “Se le cose sono davvero terribili per una società, allora possono accadere due cose: cooperare o combattere. Se una crisi riunisce le persone per trovare soluzioni locali, anche con il caos nazionale, si sentiranno molto meglio con il loro ambiente”.
La Nazione dove la popolazione è più felice: chi c’è in vetta?
Ma qual è la Nazione dove si vive meglio. Quale Stato regala ai propri cittadini le migliori condizioni di vita? Attraverso le risposte ricevute per stilare il sondaggio, è stato possibile stilare una graduatoria veritiera della situazione, che ha portato ad una conferma. In testa alla graduatoria c’è infatti uno Stato che si è confermato per il settimo anno consecutivo, battendo nettamente la concorrenza e stracciando i rivali.
La Finlandia è stata votata come il paese più felice del mondo, mentre l’Afghanistan sprofonda in fondo alla classifica essendo il paese più infelice del mondo per la quinta volta. La vetta è rimasta invariata rispetto all’anno scorso, ma nei primi venti posti ci sono state delle variazioni: gli Stati Uniti sono usciti dalla top 20, passando dal 15esimo al 23esimo posto, così come la Germania (passata dal 16esmo al 24esimo). Contestualmente il Costa Rica è passato dal 23esimo al 12esimo posto e il Kuwait è entrato nella top 20. La stragrande maggioranza dei paesi dell’America Latina e dei Caraibi è salita di posizioni rispetto all’anno precedente, compresa l’Argentina, che è passata dal 52° al 48° posto. [Per i casi di Israele e dei territori palestinesi, i sondaggi sono stati condotti prima dell’attacco del 7 ottobre, della presa di ostaggi e dell’escalation a Gaza.]
Le variazioni delle posizioni nell’indice potrebbero non essere necessariamente dovute a una popolazione più felice in ciascun paese, poiché anche la performance di altri paesi gioca un ruolo importante. Ecco perché gli autori del rapporto trovano interessante valutare la variazione della felicità nel tempo in ogni caso. È qui che i vincitori cambiano, e sorprendono. Se si considerano i cambiamenti nella felicità nei periodi dal 2006-2010 al 2021-2023, la top 15 è costituita principalmente dai paesi dell’Europa orientale, dove gli aumenti sono stati superiori a un terzo dei loro punteggi medi di felicità nel primo periodo. La Serbia è in cima alla classifica come il paese che ha aumentato di più i suoi livelli di felicità nel tempo, seguita da Bulgaria e Lettonia. Al quarto posto c’è la Repubblica del Congo, al quinto la Romania e al sesto la Cina. L’unico paese dell’America Latina che ha guadagnato più felicità in tutto questo tempo è il Nicaragua (11).
Spiccano per la loro assenza da questo gruppo selezionato i paesi occidentali sviluppati, come la Francia, la Germania, la Spagna e il Regno Unito. Al contrario, queste nazioni sono al di sotto della metà di questa lista e anche paesi come gli Stati Uniti e il Canada hanno subito significative battute d’arresto nella loro felicità in questo periodo di tempo, collocandoli tra i primi 15 paesi che sono diventati i più infelici. Anche qui l’Afghanistan è al 134° posto, in quanto è il paese che ha perso più felicità, superato da Libano, Giordania e Venezuela.
La posizione dell’Italia: siamo al 41esimo posto
E gli italiani, come valutano la vita all’interno del loro Paese? Seguendo il dato fornito dagli organizzatori, i nostri concittadini, bocciano la qualità della vita in Italia. La nostra nazione infatti fa un grande passo indietro, assestandosi alla 41esima posizione della classifica generale e perdendo ben otto posti rispetto a dodici mesi fa. Nel 2023 infatti, l’Italia occupava la 33esima posizione.
Come si spiegano questi risultati? Al di là dei casi particolari, Helliwell ha evidenziato una semplice affermazione: “Dobbiamo smettere di dire che solo perché paesi come gli Stati Uniti o l’Europa occidentale sono ricchi e felici, la loro felicità continuerà ad aumentare nel tempo. Non è vero. C’è più possibilità di perdere la felicità quando sei già in cima alla classifica, mentre puoi facilmente scalare la scala per le piccole cose quando sei in una posizione molto bassa”.
La classifica al contrario: chi è sceso nella graduatoria della felicità?
Insieme all’Afghanistan, che occupa gli ultimi posti, un paese impantanato nel caos dove la popolazione non sembra vedere la luce in fondo al tunnel, è il Libano, seguito da Giordania e Venezuela. Il cambiamento più evidente è tra i giovani di età inferiore ai 30 anni e quelli di età compresa tra i 30 e i 44 anni. Parte della risposta risiede in una sostanziale perdita di fiducia nelle istituzioni e nel caratteristico “orgoglio americano”.
“Una grande popolazione giovane è arrabbiata con le generazioni più anziane per averle lasciate con i danni post-coloniali, per non aver gestito meglio le relazioni razziali – dopo Black Lives Matter – per non essersi prese cura dell’ambiente. Tutto questo è combinato con il fatto che i social media oggi sono uno spazio in cui questa rabbia viene alimentata”, ha descritto Helliwell. “Una caratteristica condivisa da tutti i paesi con alti livelli di felicità è che i loro cittadini sentono che i loro governi lavorano per loro in modo efficiente, che sono stabili e si prendono cura dei problemi dei loro cittadini. Quell’idea è andata svanendo negli Stati Uniti negli ultimi dieci anni o giù di lì”, aggiunge Allen.
I casi contrastanti: Nicaragua e Cina
Esistono poi dei casi definiti contrastanti: come il Nicaradgua e la Cina. Stati che occupano le prime posizioni della classifica, ma sui quali dati si è discusso molto. Il forte rischio è di una manipolazione dei risultati per dare al mondo un’idea completamente diversa su come si vive all’interno della nazione. In Nicaragua ad esempio, si vive sotto il regime di Daniel Ortega ed il Paese è stato spesso accusato di restrizioni alle libertà civili. Eppure, secondo i dati i Nicaragua riflette un costante aumento della felicità nel tempo in tutte le fasce d’età. Per Alexa Zamora, attivista espatriata e difensore dei diritti umani, questo può solo significare che la società nicaraguense “è attualmente soggetta a uno stato di polizia in cui le opinioni della popolazione sono distorte dalla paura, che influenza direttamente le risposte che otterranno dagli intervistati”. E ha aggiunto a questo media: “D’altra parte, se questi dati corrispondessero alla realtà, non vedremmo i numeri allarmanti dei nicaraguensi che hanno lasciato il paese”, che l’UNHCR ha collocato al 6,5% della popolazione dal 2018.
Una situazione simile si vive in Cina. Secondo Heliwell, in quel Paese “le libertà fondamentali a cui le persone danno la priorità quando valutano la loro felicità, come la libertà di culto, sono fortemente limitate e sempre più regredite. Ma mentre continua a soffocare le libertà democratiche, la Cina, a differenza della Russia, è riuscita a muoversi verso il progresso economico”, ha detto. Inoltre, secondo un sondaggio di opinione di Ipsos, “le relazioni sono la principale fonte di felicità in Cina”, dove la famiglia e gli amici giocano un ruolo centrale.