Respinto il ricorso straordinario: i giudici confermano l’accusa di violenza sessuale su Pamela Mastropietro.
La Corte di Cassazione ha posto l’ultimo sigillo sul caso Pamela Mastropietro, confermando la condanna all’ergastolo per Innocent Oseghale, 36enne nigeriano accusato dell’omicidio della giovane nel 2018. I giudici hanno respinto il ricorso straordinario presentato dalla difesa, che chiedeva di escludere l’accusa di violenza sessuale.
Con la decisione della Cassazione, si scrive la parola fine a un processo che ha portato alla luce gli aspetti più oscuri della violenza umana. Un monito per la società, ma anche un tributo a una giovane vita spezzata troppo presto.
Pamela Mastropietro: una sentenza attesa, ma non meno dolorosa
Con il verdetto depositato oggi, la Cassazione mette fine a uno dei casi più cruenti e controversi degli ultimi anni. La brutale uccisione di Pamela Mastropietro, il successivo smembramento del corpo e le dinamiche agghiaccianti dell’evento hanno scosso profondamente l’opinione pubblica italiana.
La difesa di Oseghale, nel ricorso straordinario, aveva cercato di far cadere l’accusa di violenza sessuale, sostenendo che mancassero prove sufficienti a confermare questa parte del reato. Tuttavia, i giudici hanno ritenuto che gli elementi raccolti fossero chiari e incontrovertibili, confermando l’impianto accusatorio originario.
La famiglia di Pamela ha accolto la sentenza come un passo importante verso la giustizia, pur consapevole che nessun verdetto potrà restituire la giovane. L’omicidio di Pamela Mastropietro non è solo un caso giudiziario: rappresenta una ferita aperta nella coscienza collettiva, riaccendendo il dibattito su sicurezza, immigrazione e giustizia. La sentenza definitiva non cancella l’orrore, ma ribadisce l’importanza della legge e della sua applicazione.