Due super runner sono stati aggrediti da un branco di cani randagi mentre stavano facendo una gara, uno di loro è in ospedale
Karel Sabbe è un ultramaratoneta di origine belga, nato nel 1989 a Waregem. La sua professione, in realtà, è quella del dentista ma nel 2014 ha iniziato una nuova carriera, dedicandosi alla corsa di resistenza. Una nuova vita iniziata scegliendo di partecipare alla Coast to Coast Race in Nuova Zelanda.
Una gara che comprendeva 36 km di corsa su sentiero, 67 km di kayak e 140 km di ciclismo. Nel 2016, tra le sue incredibili imprese, è riuscito anche nell’intento di stabilire il record di velocità sul Pacific Crest Trail. Un percorso di 4.300 km, che è riuscito a completare in soli 52 giorni. Tempo due anni e si è ripetuto.
Nel 2018, infatti, Sabbe è riuscito incredibilmente a battere un altro record, quello dell’Appalachian Trail, completando i 3.500 km previsti in 41 giorni. Una nuova vita dedicata a raggiungere livelli ben oltre la propria resistenza, dedicandosi quotidianamente a una sfida continua con i limiti umani.
Passione e dedizione che gli hanno permesso di vincere il Big’s Backyard Ultra, con il record mondiale di 75 giri (502 km) in 75 ore, ma anche di stabilire quello di velocità sulla Via Alpina, percorsa in 30 giorni, 8 ore e 40 minuti. Avventure e successi che lo stanno spingendo a insistere, almeno fino a quando il suo corpo reggerà.
L’aggressione
Eppure, anche per chi è abituato a ogni genere di ostilità, può capitare a volte di trovarsi in condizioni complesse e pericolose. Proprio Karel Sabbe ne è la perfetta dimostrazione. Qualche giorno fa, infatti, sul proprio profilo Facebook ha raccontato di esser stato aggredito, insieme al suo compagno di squadra, da alcuni cani:
“Ieri dei cani selvaggi hanno attaccato me e Kobe. Kobe è stato morso, è caduto e si è rotto il gomito, io sono rimasto illeso. I residenti locali che ci hanno seguito hanno portato Kobe all’ospedale, dove ha ricevuto i primi soccorsi”. I due stavano gareggiando per la The Long Pathway.
Quest’ultima, chiamata anche Te Araroa, è un percorso di 3.000 km nel sud della Nuova Zelanda, che Karel e il suo compagno di viaggio Kobe si erano posti come obiettivo di completare in meno di 48 giorni, nella speranza di poter stabilire l’ennesimo record della sua incredibile carriera da super runner.
Il trentaseienne belga, però, ora sarà costretto a decidere se continuare da solo oppure se attendere indicazioni da parte del compagno. La sua speranza, come sottolineato sul suo profilo Facebook, è che possa rientrare in tempi brevi così da rimettersi in viaggio, ma il rischio è che le notizie in arrivo non siano positive.