Chi nasce il 29 febbraio, quando festeggia il compleanno? Perchè ogni quattro anni il calendario ha un giorno in più? Tutte le risposte
Anno bisesto…anno funesto. Le radici del vecchio detto popolare si fondano in periodi antichissimi. Secondo recenti studi, il motto risalirebbe al periodo degli antichi romani, che pensavano che l’anno bisestile fosse un anno infausto, probabilmente perché febbraio era il mese preposto ai riti dedicati ai defunti. Detti popolari a parte, il 2024 sarà ricordato come uno degli anni bisestili.
L’anno si dice bisestile, quando conta un giorno in più: da 365, si passa a 366 giorni e l’aggiunta viene generalmente effettuata il 29 di febbraio. Nel calendario giuliano questa aggiunta cade ogni 4 anni (negli anni, appunto, divisibili per 4), mentre nel calendario gregoriano, il nostro ,cade sia ogni 4 anni che negli anni secolari divisibili per 400. L’anno bisestile è legato a numeri matematici e a regole particolari. Esiste, tendenzialmente, per un motivo preciso: secondo quanto riportato dal Jet Propulsion Laboratory del California Institute of Technology, serve per mantenere i mesi in sincronia con gli eventi annuali, compresi equinozi e solstizi
Una correzione resasi necessaria per contrastare il fatto che l’orbita della Terra non è esattamente di 365 giorni all’anno. Secondo la NASA, il viaggio dura circa sei ore in più. Contrariamente a quanto alcuni potrebbero credere, tuttavia, non ogni quattro anni è un giorno bisestile. Secondo il National Air & Space Museum, aggiungendo un giorno bisestile ogni quattro anni il calendario si allungherebbe di oltre 44 minuti. I prossimi anni bisestili saranno il 2028, il 2032 e il 2036.
Le civiltà antiche usavano il cosmo per pianificare le loro vite e ci sono calendari che risalgono all’età del bronzo. Erano basati sulle fasi lunari o solari, come lo sono oggi i vari calendari. Di solito erano “lunisolari”, cioè utilizzavano entrambi. I Romani e Giulio Cesare si trovarono a gestire un’ampia gamma di calendari: nel 46 avanti Cristo introdussero il calendario giuliano, che si basava sul sole e che contava 365,25 giorni: quindi, a distanza di quattro anni ne veniva aggiunto uno. Prima di allora, i Romani erano arrivati a conteggiare 355 giorni all’anno. Sotto Giulio Cesare cambiò tutto, ci fu una sorta di deriva che venne superata: esistevano infatti troppi anni bisestili.
“L’anno solare non è esattamente di 365,25 giorni! È di 365,242 giorni”, ha detto Nick Eakes, educatore di astronomia presso il Morehead Planetarium and Science Center dell’Università del North Carolina a Chapel Hill. Thomas Palaima, professore di scienze classiche presso l’Università del Texas ad Austin, ha affermato che gli antichi aggiungevano periodi di tempo all’anno per riflettere le variazioni dei cicli lunari e solari. Il calendario ateniese, secondo Palaima, era utilizzato nel quarto, quinto e sesto secolo con 12 mesi lunari. Questo non funzionava per i riti religiosi stagionali. Il problema della deriva ha portato a “intercalare” periodicamente un mese in più per riallinearsi ai cicli lunari e solari. Il calendario giuliano era più lungo di 0,0078 giorni (11 minuti e 14 secondi) rispetto all’anno tropicale, quindi gli errori di misurazione del tempo si accumulavano gradualmente, secondo la NASA.
Il calendario giuliano è stato il modello utilizzato dal mondo occidentale per centinaia di anni. Fu Papa Gregorio XIII a calibrarlo ulteriormente. Il suo calendario gregoriano entrò in vigore alla fine del XVI secolo. È tuttora in uso e, chiaramente, non è perfetto, altrimenti non ci sarebbe bisogno dell’anno bisestile. Ma è stato un grande miglioramento, riducendo la deriva a pochi secondi. Un cambiamento dovuto alla Pasqua, che stava arrivando sempre più tardi e che si incrociava con le feste pagane. Il Papa voleva che la Pasqua rimanesse in primavera. Eliminò alcuni giorni in più accumulati nel calendario giuliano e modificò le regole sul giorno bisestile. Sono Papa Gregorio e i suoi consiglieri ad aver elaborato la matematica più complessa per stabilire i dati dell’ anno bisestile. “Se l’anno solare fosse perfetto, con 365,25 giorni, non dovremmo preoccuparci di questa matematica complicata”, ha detto Eakes.
L’anno bisestile è accompagnato da leggende e credenze: come quella legata alle domande di matrimonio che le donne ponevano agli uomini: una sorta di ribaltamento della quotidianità: un mix di folklore e di novità. Una storia partita dall’Irlanda nel V secolo, con Santa Brigida che si appella a San Patrizio per offrire alle donne la possibilità di chiedere agli uomini di sposarle. Nel 1904, l’editorialista Elizabeth Meriwether Gilmer, alias Dorothy Dix, riassunse la tradizione in questo modo: “Naturalmente la gente dirà… che la prerogativa dell’anno bisestile di una donna, come la maggior parte delle sue libertà, è solo una scintillante presa in giro”. Le proposte di matrimonio dovevano avvenire tramite cartolina, ma spesso insieme agli annunci matrimoniali venivano anche create vere e proprie campagne pubblicitarie. “Essendo il giorno dell’anno bisestile, suggeriamo a ogni ragazza di proporre al padre di aprire un conto di risparmio a suo nome nella nostra banca”, si legge in una pubblicità promossa da un istituto bancario.
Nascere in un anno bisestile, in un giorno bisestile, è certamente anomalo. Dal punto di vista burocratico esistono numerosi Stati che hanno legiferato sulla data da inserire sui documenti: alcuni hanno scelto di inserire il 28 di febbraio, altri il 1 marzo. Nel mondo ci sono circa 5 milioni di persone che condividono il compleanno bisestile su circa 8 miliardi di abitanti del pianeta. I nati il 29 febbraio sono chiamati leapers, dall’inglese «saltatori», che deriva da leap year («anno del salto»), espressione con cui gli anglosassoni indicano l’anno con 366 giorni. Quando si festeggia il compleanno, quando si nasce il 29 febbraio? Si tratta di una scelta prettamente personale. Sui social ci si divide: esistono pagine che raccolgono messaggi di chi vive queste contraddizioni: “Sarà il primo compleanno che festeggerò con la mia famiglia in otto anni, il che è super eccitante, perché l’ultimo giorno bisestile ero dall’altra parte del Paese. È un anno molto importante”, hanno scritto molti utenti. “Senza gli anni bisestili, dopo qualche centinaio di anni avremo l’estate a novembre”, ha detto Younas Khan, docente di fisica presso l’Università dell’Alabama a Birmingham. “Il Natale sarebbe in estate. Non ci sarebbe la neve. Non ci sarebbe la sensazione del Natale”.
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