L’aveva conosciuto sulla nota app di incontri, ma dopo un drink insieme l’avrebbe violentata per strada. La denuncia della 20enne
Una studentessa universitaria italiana di 20 anni, residente a Perugia, avrebbe denunciato nelle scorse ore di aver subito una brutale aggressione sessuale per strada da parte di un ragazzo che aveva precedentemente conosciuto su Tinder, una nota app di incontri. La Polizia sta indagando, ma la vicenda appare già piuttosto chiara: è caccia al predatore sessuale.
La 20enne avrebbe raccontato di aver conosciuto questo ragazzo su Tinder e quindi di essersi messa d’accordo con lui di bere qualcosa insieme in un locale del centro cittadino. Dopo il drink, si sarebbero avviati in corso Garibaldi per fare due passi ma qui, intorno a mezzanotte, lui l’avrebbe spinta in un vicolo e l’avrebbe violentata. Inutili le sue richieste d’aiuto.
Dopo la violenza subita, la giovane si sarebbe chiusa in un silenzio dovuto probabilmente allo shock psicologico vissuto in quei minuti di vero terrore. Dopo qualche giorno, però, non sarebbe più riuscita a reggere il peso di quel dolore e avrebbe confidato alle amiche di essere stata vittima di violenza sessuale. Informati anche i famigliari, questi l’hanno subito accompagnata al pronto soccorso per le dovute cure: qui, i sanitari hanno riscontrato i segni della violenza e quindi è partita la segnalazione alle forze dell’ordine.
Assistita dall’avvocato Pietro Giovannini, la ragazza avrebbe raccontato agli inquirenti che avrebbe conosciuto il ragazzo su Tinder, app molto usata dai giovani per fare nuove conoscenze. I due si sarebbero quindi accordati per un drink insieme e lui, con la scusa di prendere le cannucce al bancone, secondo gli inquirenti potrebbe averne approfittato per mettere qualche sostanza nella bevanda della ragazza.
Dopo una mezz’ora di chiacchierata, il ragazzo le avrebbe proposto quindi una passeggiata in corso Garibaldi ma qui, a un certo punto, l’avrebbe spinta in un vicolo e l’avrebbe violentata, per poi scappare. Secondo l’accusa, si tratterebbe di un cittadino di origini straniere e avrebbe intorno ai 25 anni: il suo account Tinder è stato cancellato proprio la sera stessa della violenza.
A condurre le indagini c’è Maria Assunta Ghizzoni che, con la squadra mobile, sta lavorando per dare un nome ed un volto all’aggressore sessuale. Al momento ci si concentra sul racconto della ragazza, su ciò che può emergere dall’app di Tinder e sulle telecamere presenti nella zona. Sull’app, il giovane aveva un nickname falso e non si esclude che non fosse reale neanche quello che ha fornito alla ragazza al momento del primo incontro vis a vis.
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