Picchiato in pieno centro da due carabinieri, scoppia il caso: la denuncia della vittima di origine africana
Una vicenda che sta facendo decisamente molto rumore quella che arriva direttamente da Modena. Vittima un ragazzo di 23 anni di origine guineana, Diallo Idrissa. Quest’ultimo, come dimostrano le immagini oramai diventate virali, è stato preso a pugni da due carabinieri nel pieno centro della città. “Neanche in Libia sono stato trattato così” fa sapere il ragazzo che di mestiere fa il cuoco. Poco dopo il suo arresto (resistenza a pubblico ufficiale) il ragazzo è stato rilasciato.

Poco importa visto che il filmato ha fatto il giro della rete ed ha scatenato non poca indignazione. Secondo il verbale dopo l’arresto il 23enne, dopo l’arresto, avrebbe fatto resistenza all’arresto e danneggiato la gazzella. Solamente in quel caso i militari (successivamente ricollocati altrove) hanno usato la forza. Accuse che lo stesso guineano, però, respinge al mittente e nega:
“Con me non avevo i documenti, non mi hanno dato il tempo di chiamare un amico per farmeli portare e mi hanno aggredito. Anche in caserma mi hanno picchiato“. Queste sono alcune delle parole rilasciate dalla vittima al quotidiano “La Stampa” dall’ospedale in cui si trova attualmente ricoverato.
Modena, picchiato da due carabinieri: “Non ho fatto nulla”
Dalle immagini si vede chiaramente come venga colpito, con pugni e schiaffi, dietro la nuca. Il 23enne fa sapere di non aver fatto nulla di male in quel momento e che non riusciva a capire il motivo di quell’arresto. Afferma di essere in Italia da sette anni e che non ha mai avuto problemi con la legge. Nella sua vita ha sempre lavorato e non ha mai assunto droga. Si tratta del primo episodio di violenza che ha da quando è in Italia. Tanto è vero che in Libia, aggiunge nell’intervista, afferma di non essere mai stato trattato così.

Non sono mancati i ringraziamenti nei confronti di chi ha fatto il video e che, successivamente, ha postato in rete per denunciare quanto accaduto. Sempre a ‘La Stampa’ ha raccontato come è giunto nel nostro Paese: dopo aver attraversato il Mediterraneo, a bordo di un barcone, è giunto a Modena dove ha iniziato a lavorare come lavapiatti. Poi è stato promosso ad aiuto-cuoco ed ora lavora in maniera regolare in un ristorante della provincia.
Un’altra ordinaria giornata di abusi di potere, profilazione razziale e “mele marce” per le forze dell’ordine italiane.
Un’altra storia che arriva da Modena, dove dalla strage in carcere nel 2020 in poi continuano a ripetersi episodi simili. pic.twitter.com/dOxdOv2v6S
— Luigi Mastrodonato (@LuigiMastro_) March 14, 2024
Si trovava nei pressi della fermata dell’autobus quando i due carabinieri si sono avvicinati. A difenderlo l’avvocato Barbara Bettelli che conferma quanto rivelato dal suo assistito in precedenza: “In udienza (rinviata al 18 aprile, ndr) è stato detto che è stato controllato perché sembrava sospetto. Ma non c’era a mio avviso nessun indizio che stesse commettendo un reato“.