“Le responsabilità” per il crollo del Ponte Morandi di Genova “devono essere definitivamente accertate”. Così Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordando il crollo del Ponte Morandi avvenuto 6 anni fa
14 agosto 2018. 11.36 del mattino. Ogni italiano ricorda con uno strappo al cuore quelle immagini di dolore, rabbia e profonda tristezza. A Genova crolla il Ponte Morandi: 43 vittime, molti sfollati, due quartieri distrutti. A settembre, esattamente l’11 attesa la ripresa del maxiprocesso con la conclusione dei controesami dei consulenti di Aspi e Spea, 58 gli imputati, 324 le persone ascoltate, 16069 le pagine che contengono le trascrizioni degli atti portati in dibattimento.
La sentenza di primo grado potrebbe arrivare non prima della metà del 2025. Oggi come all’ora il Comitato parenti delle vittime chiede attraverso la portavoce Egle Possetti, che ha parlato all’agenzia Askanwes certezza nelle condanne, “Noi non ci siamo mai illusi che i tempi fossero corti. Sappiamo la media della lunghezza dei processi in Italia. Non ci siamo neanche mai illusi che alcuni reati minori andassero in prescrizione ma vogliamo che a fine processo ci siano dei condannati e dei condannati per gravi colpe”.
Ponte Morandi, 6 anni fa il crollo: 43 Le vittime. Mattarella: “Le responsabilità devono essere definitivamente accertate”-VIDEO-
Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto esprime un pensiero forte in ricordo di quella immane tragedia attraverso in un messaggio inviato al sindaco di Genova, Marco Bucci “Le responsabilità” per il crollo del Ponte Morandi di Genova “devono essere definitivamente accertate e auspico che il lavoro delle autorità preposte si svolga con l’efficacia e la prontezza necessarie a ogni sentimento di giustizia: il tempestivo processo di ricostruzione del collegamento tramite il Ponte Genova San Giorgio non costituisce, infatti, attenuante per quanto accaduto. Desidero unirmi alla commemorazione delle vittime del crollo del Ponte Morandi, a Genova – prosegue il messaggio – Le immagini di quel drammatico evento appartengono alla memoria collettiva della Repubblica e richiamano alla responsabilità condivisa di assicurare libertà di circolazione e assenza di rischi a tutti gli utenti, tutelando il patrimonio infrastrutturale del Paese”. Tutta la politica oggi ha voluto commemorare il dramma di 6 anni. Lo ha fatto anche il premier Meloni usando queste parole diffuse alla stampa.
“Oggi onoriamo le 43 vittime di quella tragedia e ci stringiamo, con la mente e con il cuore, ai loro famigliari e ai loro cari. Oggi ci sentiamo un po’ tutti genovesi, figli di una città fiera e orgogliosa che è stata moralmente piegata e fisicamente spezzata in due, ma che da allora ha saputo anche rialzarsi e andare avanti. Genova è rinata, più forte e più caparbia di prima. Il Ponte San Giorgio, la cui costruzione ha segnato un modello di efficienza, innovazione e capacità ingegneristica, è uno dei simboli più potenti di questo nuovo corso. Ma quel Ponte ricorda alla Nazione le tante, troppe, domande rimaste ancora senza risposta. Fare giustizia e individuare le responsabilità per ciò che è accaduto, accertando una volta per tutte colpe e omissioni, è un dovere morale, oltre che giudiziario. Rinnoviamo l’auspicio che l’iter giudiziario possa concludersi nel più breve tempo possibile perché Genova, la Liguria e l’Italia aspettano di conoscere la verità processuale su ciò che è accaduto”