L’ultimo caso accaduto con la maestra d’asilo a Treviso ha spinto il ministro dell’Istruzione a intervenire per regolamentare una questione molto delicata
Alla fine è stata sospesa dall’impiego e dallo stipendio, Elena Maraga, la maestra di una scuola dell’infanzia cattolica della provincia di Treviso, che si è scoperto gestire un profilo sulla piattaforma per adulti Onlyfans. Una storia che ha infiammato il paese di Varago di Maserada, tra genitori sconcertati e scandalizzati dalla clamorosa scoperta e mamme contrarie a qualsiasi provvedimento disciplinare perchè per loro conta soltanto la sua bravura con i rispettivi figli.

OnlyFans è una piattaforma di social media di condivisione di contenuti di qualsiasi genere, che possono essere gratuiti o a pagamento tramite abbonamento. Fondata, oramai, nel lontano 2016 da Tim Stokely, Onlyfans durante la pandemia è cresciuta tantissimo attirando numerose celebrità e influencer, che ne hanno aumentato ulteriormente la popolarità e la redditività. Sebbene sia conosciuta oggi principalmente per i suoi contenuti per adulti, la piattaforma copre anche altre nicchie, tra cui il fitness, la musica e la moda.
Una moda dilagante tra maestre e professoresse
Il caso di Elena Maraga, la maestra di una scuola cattolica in provincia di Treviso, di giorno maestra d’asilo e di notte protagonista di foto e video senza veli per soli uomini grazie al suo profilo aperto anni fa su OnlyFans, la piattaforma online a pagamento che diffonde contenuti per adulti, ha innescato, oltre che grandi polemiche, anche una riflessione non solo sugli stipendi degli insegnanti, che cercano di “arrotondare con altri sistemi”, ma se tali comportamenti possano essere in contrasto con l’insegnamento e il ruolo di educatrici che hanno nei confronti di bambini in età scolastica.

La giovane insegnante, che cura da sempre il proprio corpo, essendo anche un’apprezzata bodybuider, in questi giorni si è difesa affermando di amare il proprio corpo, di volerlo mostrare e che questo non fa di lei una cattiva persona. Ma era arrivato il momento di mettere un punto a una situazione che stava sfuggendo di mano, ecco perchè lo stesso ministero dell’Istruzione e del merito ha deciso di entrare nella questione apportando delle modifiche al regolamento 2023 per i dipendenti pubblici, in modo da regolamentare in una parte specifica l’utilizzo dei social media da parte degli insegnanti.
La strategia del Ministero
E’ chiaro che adesso serve un codice etico da far rispettare che possa riguardare comunque l’utilizzo in genere dei social, compreso il più, in apparenza, innocuo WhatsApp e le sue chat tra professori e genitori. Il nuovo Codice etico conterrà indicazioni di comportamento per i docenti e il personale scolastico ed è stato già sottoposto a una commissione di giuristi, d’intesa con il Mim.

Nel già esistente vademecum per la pubblica amministrazione, nel capitolo dedicato ai mezzi di informazione e ai social network si legge: “le amministrazioni si possono dotare di una ‘social media policy’ per ciascuna tipologia di piattaforma digitale”, che “deve individuare le condotte che possono danneggiare la reputazione delle amministrazioni”. L’obiettivo, alle battute finali, è dunque un adeguamento del Codice esistente, non la creazione di nuovi Codici, sul comportamento degli insegnanti sui social.