Il Tribunale di sorveglianza di Milano ha stabilito che Renato Vallanzasca potrà lasciare il carcere e andare in casa di cura.
Vallanzasca ha trascorso in carcere oltre 50 anni. I giudici hanno dato il via libera al trasferimento in una casa di cura in Veneto, nello specifico una Rsa del Padovano, specializzata nell’assistenza dei malati di Alzheimer e di demenza senile. Il Tribunale ha accolto la richiesta presentata nei giorni scorsi dai difensori per motivi di salute. Vallanzasca è considerato uno dei più efferati criminali italiani. Il 74enne, ex boss della banda della Comasina, è stato condannato complessivamente a quattro ergastoli per numerose rapine a mano armata con omicidi e sequestri di persona.
“Sono assolutamente soddisfatto. – ha spiegato l’avvocato Corrado Limentani – Finalmente Vallanzasca potrà curarsi in una struttura in grado di garantirgli tutta l’assistenza di cui ha bisogno. Il carcere, nonostante lo straordinario impegno messo in campo personale medico, non è organizzato per fornirgli assistenza adeguata. Bisogna prima effettuare tutta una serie di adempimenti burocratici e amministravi che richiederanno qualche giorno, al massimo un paio di settimane”. Il trasferimento di Vallanzasca non sarà comunque immediato. Attualmente è detenuto presso il carcere di Bollate e soffre di una patologia neurologica.
Renato Vallanzasca, i permessi premio
Non molto tempo fa il “Bel Renè”, com’era soprannominato, godeva di permessi per andare in comunità. L’ordinanza di un giudice li aveva bloccati. Le sue condizioni fisiche e psichiche erano tali che la comunità non gli poteva più garantire l’assistenza necessaria. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano, invece, già nel giugno scorso aveva ritenuto che gli spazi di libertà potessero alleviare la patologia neurologica di Renato Vallanzasca. Visto anche il lunghissimo periodo trascorso in carcere e la necessità di strutturare un percorso di risocializzazione.
I giudici oggi hanno ribadito tali considerazioni, scrivendo nel provvedimento che “sotto il profilo della pericolosità sociale è attenuato il rischio che Renato Vallanzasca commetta altri reati”. Ciò anche in considerazione “delle attuali condizioni di salute debilitanti, quanto della risalenza nel tempo dei fatti per i quali è stato condannato” e della regolare condotta tenuta nei permessi premio di cui ha usufruito ultimamente. Il Tribunale, ad ogni modo, non ha stabilito “il differimento tout court della pena, seppure a fronte della grave infermità fisica del 74enne, ma hanno concesso la detenzione domiciliare per le cure per una durata di due anni“.