“Non dimenticheremo mai il periodo della pandemia Covid-19, quando tutti erano chiusi, servizi sociali inclusi, abbiamo fatto il doppio del lavoro per aiutare le donne vittime di violenza. Gli unici aperti erano le forze dell’ordine, che hanno lavorato anche col nostro supporto. Quello che diciamo quindi, è documentabile anche da loro”.
A parlare ai microfoni di Cityrumors.it è Anna Agosta, consigliera nazione Di.Re – Donne in Rete contro la violenza, che insieme alle colleghe di tutta Italia si è sentita toccata dalle parole di Michelle Hunziker a Verissimo.
L’associazione ha chiesto una rettifica a Mediaset dopo che la showgirl, in merito alla sua associazione antiviolenza Doppia Difesa, ha dichiarato: “Non ci siamo fermate neanche durante il Covid, quando tutti i centri antiviolenza giustamente erano fermi”.
Di.Re ritiene che questa affermazione sottovaluti il lavoro dei centri antiviolenza che fanno riferimento alla loro rete. “Abbiamo chiesto una rettifica alla dichiarazione a Verissimo perché Hunziker ha dato un messaggio falso. I centri antiviolenza della rete Di.Re sono rimasti tutti aperti nel periodo della pandemia. Molti hanno fatto campagne in rete che è ancora possibile trovare, per dire alle donne che anche se non si poteva uscire di casa a causa del lockdown noi eravamo comunque aperti. Anche quelli che non hanno garantito accoglienza in presenza, sono rimasti comunque aperti attraverso la linea telefonica e le videocall”.
Secondo la rete di associazioni contro la violenza sulle donne, dire che sono stati chiusi vanifica tutto il loro lavoro: “Nei territori non abbiamo un’omogeneità. Ci sono Regioni che finanziano di più i centri antiviolenza, quindi le organizzazioni possono garantire un tempo maggiore di apertura. I centri Di.Re accolgono ogni anno circa 22mila donne. Veramente tante e sono comunque una goccia nel mare delle donne che invece non chiamano e non chiedono aiuto. 1 donna su 3 subisce violenza, e sappiamo che il 70% delle donne non chiede aiuto. Per questo è veramente importante fare questa rettifica e chiedere a Mediaset di assumere una posizione netta rispetto a quello che diciamo, che è perfettamente dimostrabile”.
La rete Di.Re è la più importante d’Italia, con 85 organizzazioni che gestiscono circa 110 centri antiviolenza. E adesso, dopo quella frase in tv, le responsabili temono di perdere le donne che hanno intrapreso un percorso con loro: “Le donne sono già demotivate perché sentono dai giornali che nonostante le denunce, molte vengono uccise. Il percorso per le donne che decidono di denunciare è complesso. Per noi quindi, la comunicazione con loro è una cosa molto seria ed è in gioco anche la nostra credibilità. E se i centri Di.Re dicono di essere aperti lo sono davvero, a differenza di altri che invece non si sa. E quello che diciamo è verificabile”.
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