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Cronaca

Rischio megaterremoto “Big One”: cosa sta accadendo in Giappone dopo l’allerta

Sono giorni tutt’altro che sereni per il Giappone dopo che è stato emesso l’avviso per un megaterremoto in arrivo.

L’8 agosto scorso due scosse di terremoto in successione, di magnitudo 6.9 e 7.1, hanno colpito il Giappone al largo dell’isola meridionale di Kyushu. La seconda scossa (delle 16 e 43 ora locale), in particolare, ha provocato 14 feriti nel sud del Paese. È stata anche emessa un’allerta tsunami poi rientrata. All’indomani dei terremoti il governo, attraverso il nuovo sistema di allerta dell’Agenzia meteorologica giapponese (Jma), ha diramato il primo allarme in assoluto per un “megaterremoto”. Ovvero, il cosiddetto “Big One” che sta spaventando l’Asia.

Giappone, rischio megaterremoto (ANSA FOTO) – cityrumors.it

Il sistema è attivo dal 2019, ed è stato messo a punto dopo il devastante terremoto del 2011 che ha provocato uno tsunami ed un disastro nucleare. Sotto stretta osservazione c’è una depressione sottomarina che corre lungo una fascia costiera del Paese. Si tratta della fossa di Nankai (Nankai Torafu ovvero Fossa del Mare del Sud) che si estende a circa 900 km al largo della costa a sud del Paese. La depressione è pressoché parallela alla linea tettonica mediana giapponese. Copre una faglia che è all’origine dei più devastanti terremoti degli ultimi secoli.

Il tratto di mare interessato, epicentro della scossa dell’8 agosto, è quello di Hyuga Nada, sulla costa meridionale del Giappone. In quest’area si era già verificato un potente terremoto di magnitudo 7.5 il 1 aprile 1968 che ha causato anche uno tsunami. In quel caso c’è stata una vittima e 22 feriti. Per quanto riguarda l’allerta del Jma, essa è contenuta in una documento di 14 pagine diffuso alle 19 e 43 (ora locale) dell’8 agosto. Tre ore dopo la scossa di terremoto di magnitudo 7.1. Gli esperti dell’Agenzia, che sul posto ha inviato anche una squadra investigativa mobile per condurre un’indagine di emergenza, hanno localizzato l’epicentro a 31 km di profondità.

Secondo la Jma, dal terremoto l’area è rimasta “attiva”, e sono stati osservati cambiamenti e deformazioni. L’Agenzia meteorologica giapponese ha quindi prodotto un ragionamento anche in base alla probabilità. La Jma ha preso in considerazione 1147 terremoti avvenuti tra il 1904 ed il 2014 con magnitudo pari o superiore a 7. In 6 casi entro 7 giorni dal primo terremoto ne è seguito un secondo di magnitudo pari o superiore a 8. Uno di essi è rappresentato dal terremoto e dal conseguente maremoto del Tohoku dell’11 marzo 2011 di magnitudo 9.1. In quel caso il sisma è stato preceduto, due giorni prima, da una scossa di magnitudo 7.

Per tutti questi motivi secondo il Jma “si ritiene che la possibilità che si verifichi un nuovo terremoto su larga scala sia relativamente alta rispetto ai tempi normali”. “Si prega di adottare misure di prevenzione delle catastrofi. – hanno scritto gli esperti – Quando si verifica un terremoto su larga scala, l’area dell’epicentro può essere limitata all’area circostante oppure può estendersi all’intera valle di Nankai. Se dovesse verificarsi il terremoto più forte, si prevede una scossa su un’ampia area dalla regione del Kanto alla regione del Kyushu, e tsunami lungo la costa del Pacifico dal Kanto ad Okinawa”.

All’indomani dell’avviso, il 9 agosto, il primo ministro Fumio Kishida ha annullato un viaggio programmato in Asia centrale. Il capo del governo avrebbe dovuto visitare il Kazakistan, l’Uzbekistan e la Mongolia, e aveva programmato di partecipare a un vertice che riuniva cinque Paesi della regione. “In qualità di primo ministro con la massima responsabilità nella gestione delle crisi, ho deciso di rimanere in Giappone per almeno una settimana”, ha detto Kishida, riferendosi proprio ai 7 giorni previsti dal documento della Jma, che “scadranno” il prossimo 15 agosto.

Giappone, rischio megaterremoto: centrali nucleari sotto osservazione

I seguito all’avvertimento, i treni ad alta velocità viaggiano a velocità ridotta e l’emittente nazionale Nhk sta trasmettendo grafiche di avvertimento. Alcune fabbriche di semiconduttori hanno temporaneamente interrotto la produzione. Le autorità hanno incaricato le centrali nucleari di verificare il loro stato di preparazione in caso di catastrofe. Il governo ha anche esortato la popolazione ad evitare di accumulare scorte mentre si è registrata una impennata nella richiesta di kit per disastri e beni di prima necessità. Le municipalità di oltre 700 cittadine e villaggi di 29 prefetture dell’arcipelago sono sottoposte a speciale osservazione dalle autorità.

Sotto stretta osservazione c’è una depressione sottomarina (ANSA FOTO) – cityrumors.it

Il 10 agosto un’altra forte scossa di 6.8 ha colpito il Giappone ma a nord, nel mar di Okhotsk nei pressi delle coste di Hokkaido. Bisogna ricordare che il Giappone è uno dei Paesi con la maggiore attività sismica al mondo. Nell’arcipelago vivono circa 125 milioni di persone che devono fare i conti con circa 1.500 terremoti all’anno, la maggior parte dei quali di bassa magnitudo. Anche i terremoti più forti provocano generalmente pochi danni, grazie in particolare all’applicazione di norme edilizie antisismiche. Il governo giapponese aveva stabilito in precedenza che esisteva una probabilità del 70% che un megaterremoto colpisse il Paese nei prossimi 30 anni.

Francesco Ferrigno

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