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Cronaca

Ritorna il divieto di fumo all’aperto, a gennaio si parte: ma è bufera

Nei primissimi giorni dell’anno sono previste delle nuove norme che prevedono che non si possa accendere sigarette all’aperto

Ci risiamo. Sono pronte le nuove norme che impediranno alle persone che fumano di farlo anche all’aperto, ma non è così scontato che accada. Ci sono divisioni e anche parecchie, soprattutto all’interno della maggioranza di governo.

Ritorna il divieto di fumo all’aperto, a gennaio si parte: ma è bufera (Screenshot Cityrumors.it)

Già a marzo del 2023, il ministro della Salute Schillaci aveva presentato una bozza per estendere la norma attuale di non fumare all’aperto nei pressi degli ospedali anche in altre zone come i bar, negozi, locali e ristoranti, ma ci fu una vera e propria sollevazione popolare, soprattutto da parte del vice-Premier Salvini che si oppose con tutte le sue forze, tanto che si dovette ritirare il tutto, mettendolo da parte.

Un accantonamento che fece discutere, ma adesso ci risiamo, non ancora a livello nazionale, bensì quello locale, ovvero a Milano, città guidata da Sala e anche qui Salvini si farà sentire anche se lo sta già facendo o quanto meno prepararlo anche perché ora è concentrato su quanto avviene il 20 in Sicilia per il processo per i fatti di Lampedusa.

Già perché dal primo gennaio del 2025, ovvero dal nuovo anno, quindi a breve sarà Milano a inaugurare una nuova stretta anti fumo, visto che scatterà il divieto di fumare all’aperto o meglio lo si potrà fare solo se si starà attenti a rispettare la distanza di cortesia di almeno dieci metro dalle altre persone.

Da Atreju la norma sul fumo divide eccome

Chi non rispetterà queste nuove regole, andrà incontro a sanzioni pesanti ch potrebbero andare da un minimo di una multa di 40 euro a un massimo di 240 euro. E’ un tipo di misura che era già parte di un provvedimento che entrò in vigore nel 2021, ossi quella che vieta di fumare nei pressi delle fermate degli autobus, nei parchi e negli impianti sportivi.

Ma questa decisione divide tantissimo. Ad Atreju, dove c’erano consiglieri regionali assessori e deputati di Fratelli d’Italia per la maggior parte e della Lega, la decisione che si sta prendendo divide, e neanche poco. “Sono un fumatore e quando sono all’aperto cerco sempre di stare attento a non fumare accanto a persone a cui può dare fastidio, ma vietarlo a prescindere, mi sembra una cosa che non s’ha tanto da fare“, il parere di tantissime persone che Cityrumors.it ha sentito ad Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia.

Da Atreju la norma sul fumo divide eccome (Ansa Foto) Cityrumors.it

Ma come si fa a non fumare all’aperto? Erano l’unico spazio dove non c’erano limitazioni, sono cose che non si capiscono. La distanza? Ma è una questione di educazione, chiunque anche adesso, quando si fuma e si è fumatori, si sta attenti a non fumare vicino a perso e a cui può dare fastidio“, spiegavano alcune persone che erano in attesa dell’arrivo di Giorgia Meloni. Altri invece che concordano e rispondono, si accende un mini-dibattito: “Invece io la trovo corretta, ci sono persone che si accendono una sigaretta e non si curano di chi hanno vicino, se può dare fastidio o meno, quindi per me è giusto che si parte anche in Italia“.

Regole che rischiano di creare più di qualche frizione a livello nazionale anche perché la Lega non è molto propensa a far sì che tutto vada in porto. Un tipo di provvedimento che ha scatenato un piccolo (per ora) putiferio con la potentissima Federazione Italiana dei Tabaccai che in una nota ha cercato di come tanto di impugnare il regolamento davanti al Tar perché credono che la materia sia di competenza nazionale.

Senza entrare nel dettaglio delle motivazioni di diritto, quello che abbiamo eccepito è il possibile difetto di competenza del Comune di Milano a disciplinare una materia come il divieto di fumo, la possibile carenza sotto il profilo delle motivazioni e, non ultimo, la previsione di specifici divieti complessi anche sotto il profilo applicativo“. Il Tar ha però respinto il ricorso. Adesso si aspetta la decisione del Consiglio di Stato.

Daniele Magliocchetti

Lo so, è un sogno un po' bizzarro, ma da piccolo sognavo di fare l'inviato di guerra, mi perdevo nei racconti di Ettore Mo, meraviglioso inviato del CorSera, su questa scia sono diventato un giornalista, meglio dire cronista (esistono solo le notizie), scrivendo e raccontando sport (principalmente), ma anche cronaca e politica per Ultime Notizie, Ansa, Repubblica e Messaggero, cartaceo e on line, contestualmente facevo (e faccio) anche radio passando per Radio Incontro, Radio Globo, Radio Sei, Radio Incontro Olympia ora solo Radio Olympia. Da sempre curioso del mondo e di chi ne fa parte.

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