Ruba un cimelio dal lager di Birkenau, colpevole uno studente italiano: la mossa della polizia polacca
Una triste vicenda quella che arriva direttamente dalla Polonia, precisamente dal lager di Birkenau divenuto famoso per quanto accaduto di orribile durante la Seconda Guerra Mondiale. Protagonista (assolutamente in negativo) di quanto accaduto uno studente italiano che si trovava nel posto insieme alla sua scuola. Secondo quanto riportato da alcuni media e fonti locali pare che il ragazzo abbia raccolto un reperto metallico alla base dei binari fuori dal noto campo di sterminio.
Motivo? Portarselo a casa come “ricordo” e souvenir. I suoi “piani”, però, sono stati rovinati dalla polizia polacca che lo ha colto con le mani nel sacco. Allo stesso tempo, però, gli agenti del posto hanno deciso di “graziarlo” e di rilasciarlo senza nemmeno effettuare alcun tipo di denuncia nei suoi confronti. Lo studente 18enne, però, non è potuto scampare alla ramanzina dei poliziotti. Un tipo di bravata che poteva costargli decisamente molto caro.
Polonia, ruba cimelio dal campo di sterminio: graziato dalla polizia
Come citato in precedenza lo studente si trovava in Polonia insieme alla scuola “Gobetti di Scandiano” (Reggio Emilia) per il “Viaggio della Memoria”. Un viaggio che, appunto, viene organizzato ogni anno dall’istituto. Quella giornata era in programma la visita al lager di Birkenau quando il ragazzo ha ben pensato di rubare un cimelio metallico. Pensava di farla franca, fino a quando il metal detector ha iniziato a suonare quando era passato lo studente.
Gli addetti alla sicurezza lo hanno perquisito e colto nel sacco. Nel giro di pochi minuti è arrivata la polizia. Il ragazzo si è “giustificato” dicendo: “Pensavo non fosse importante e non ho visto alcun divieto“. Già, proprio come se fossero dei “souvenir” per i visitatori. Dopo aver capito del grave errore che aveva commesso ha chiesto scusa ed ha accompagnato gli agenti sul posto dove aveva rubato l’oggetto (con la compagnia anche dell’insegnante e delle guide del campo che facevano da interpreti).
Le forze dell’ordine, dopo aver notato lo studente in colpa e mortificato, lo hanno lasciato andare. Prima di rimproverarlo duramente (ovviamente in lingua polacca). Finita qui? Non proprio visto che, come riportato dal “Resto del Carlino” non ha varcato la soglia del campo di Auschwitz perché ha aspettato i suoi compagni che finissero il tour.